30 giugno 2011

Inganni al supermercato


Qualche giorno fa, in un grande supermercato di una catena francese, mentre stavo per infilare nel carrello una confezione di pancarrè, mi sono chiesto: conviene comprare la confezione da 16 fette o quella da 24 fette?

Ho sempre pensato che la confezione più grande fosse la più conveniente: chi produce un bene fa lo sconto all'acquirente se compra una quantità maggiore del suo prodotto, anche perchè alcuni costi sono (quasi) fissi, e quindi incidono di meno sul costo delle confezioni più grandi. Inoltre chi vende il prodotto punta a aumentare il fatturato e per questo dovrebbe essere disposto a fare uno sconto a chi compra di più.

Ma poi ho visto il prezzo: 54 centesimi per la confezione da 16 fette, 98 centesimi per quella da 24 fette. Qualcosa non tornava... quasi il doppio per una confezione che contiene il 50% in più di fette?!?

Ho controllato il prezzo sullo scaffale, scoprendo che, in realtà, il prezzo al kg della confezione da 34 fette era superiore alprezzo della confezione più piccola.
Stupito, ho controllato con altri prodotti che stavo comprando. Non era un caso isolato: in alcuni casi il prezzo al kg o al litro aumentava, anzichè diminuire, per le confezioni più grandi.

Come si spiega?

Forse qualcuno, nel supermercato, ha capito che i consumatori sono ingannabili. Chi si mette a fare i conti per prodotti che non costano neppure un euro? Chi controlla il prezzo al kg o al litro, che è riportato in piccolo sul prezzo presente sullo scaffale?

Molti pensano che la confezione più grande sia più conveniente e la scelgono senza controllare che sia davvero più conveniente.

La fretta, il caos, le distrazioni del supermercato aiutano a ingannare il consumatore. Basta fare un salto nel reparto gastronomia: il prodotto già tagliato e confezionato è molto più caro del prodotto tagliato a richiesta del cliente.

Chi ha fretta o non vuole aspettare con numeretto in mano, sceglie il prodotto preconfezionato, arrivando a comprare -come mi è capitato di vedere sempre nello stesso supermercato- fette di culatello stagionato venduto a oltre 57 euro al kg!

12 commenti:

  1. Ho controllato qui a Parigi sul latte. Acquistando la megabottiglia di 2 litri di latte, in una nota catena di supermercati, il risparmio c'è, ma è davvero minimo, intorno al 10-15%.

    RispondiElimina
  2. in effetti è così che dovrebbe essere ma pare che qualche prodotto faccia eccezione

    RispondiElimina
  3. Mio marito è un fanatico del "formato famiglia". Non ho mai capito se lo fa perchè crede di risparmiare o per paura di rimanere senza mangiare (fame atavica? golosità?), ma quando va a fare la spesa arriva sempre con confezioni enormi!

    Io le odio perché:
    - sono brutte e ingombranti
    - mi piace più stuzzicare qua e là piuttosto che ingozzarmi di una sola cosa
    - ci dimentichiamo degli "avanzi" e apriamo sempre confezioni nuove, così molta roba finisce nella spazzattura.

    A me piacciono le confezioni piccoline, mono o bi-dose perché siamo solo in 2, mangiamo sempre roba fresca e sprechiamo poco o niente (quindi anche se solitamente sono più costose restano più convenienti).

    ho sempre pensato che le confezioni famiglia servono solo a far comprare più del necessario creando l'illusione del risparmio; se poi sono anche più costose l'inganno è doppio.

    paoletta

    RispondiElimina
  4. Anche i mi babbo faceva uguale paoletta...solo che lui mi sa tanto che non lo faceva per risparmiare...

    quindi capisco e sono d'accordo con te

    qui coi tedeschi con cui abito ora, non c'è rischi si facciano fregare dal prezzo...di qualunque cosa guardano tutti i prezzi esistenti ed immaginabili, e se li ricordano tutti poi, senso dell'organizzazione perfetto che soli i veri nordici sanno avere ;)

    RispondiElimina
  5. Già che ci sono vorrei scrivere di un altro inganno tipico da supermercato, anche se penso che tutti se ne siano accorti da tempo.

    Da anni quasi tutti i supermercati vendono prodotti con il loro marchio copiando spudoratamente il packaging dei prodotti di marca concorrenti.

    Proprio l'altro giorno ero convinta di avere acquistato una confezione di 4 bottigliette di CocaCola e invece era la bibita simil-cola del supermercato. Stesso scaffale, uguale involucro di plastica rosso, scritta bianca in un carattere corsivo solo leggermente diverso dall'originale.
    La forma delle bottigliette era diversa, ma sotto il nylon rosso non si vedeva.

    Mi sembra più che evidente che la forte somiglianza tra le due confezioni non sia casuale; chissà quanta gente di corsa è stata ingannata e chissà, su vasta scala, quanto frutta questa specie di contraffazione legalizzata (e quanto danno provoca alle altre aziende)
    Devo dire che poi la bibita non era neanche malvagia, ma mi ha infastidita il fatto di essere stata ingannata.
    paoletta

    RispondiElimina
  6. avevo scritto qualcosa sull'argomento qui http://econoliberal.blogspot.com/2010/08/una-bottiglia-dacqua-una-confezione-di.html

    lo scopo a dire il vero è un altro: spingere a comprare il prodotto originale su cui il supermercato guadagna di più facendo sembrare brutto il prodotto col marchio del supermercato, senza perdere di vista però il fatto che una parte della clientela preferisce il prodotto non di marca

    RispondiElimina
  7. x Gian
    sarà come dici tu, ma la confezione di cola del supermercato, ad una rapida occhiata, sembrava proprio identica, e infatti l'ho confusa. Comunque, qualsiasi sia la ragione, resta il fatto che copiano volutamente il pack dei prodotti più noti e che lo fanno con scopi ingannevoli.

    x VxVendemmia
    prima sommerso dalle confezioni-famiglia del babbo, poi catapultato nella perfetta organizzazione nordica... come te la cavi quando è il tuo turno di fare la spesa?
    Hai tutta la mia simpatia e comprensione ;)

    paoletta

    RispondiElimina
  8. non è da escludere che lo scopo sia quello che dici tu, almeno per quel prodotto, ma in generale non succede che la marmellata o i biscotti col marchio del supermercato assomiglino al prodotto di marca

    poi teniamo presente che puoi anche essere ingannata quando compri ma poi il prodotto a casa lo riconosci e quindi potresti essere spinta a non frequentare + chi ti inganna e inoltre di solito i supermercati hanno interesse a vendere il prodotto + caro e quindi non gli conviene ingannarti se finisci per spendere di meno

    RispondiElimina
  9. Scusate se mi intrometto... sto preparando un esame di marketing proprio sui prodotti a marchio.
    Secondo i testi che sto leggendo, non solo i supermercati stanno acquistando sempre più potere (a volte quasi ricattatorio) nei confronti delle aziende produttrici e stanno acquisendo un immenso patrimonio di informazioni sui consumatori (grazie alle carte fedeltà), ma gli stessi prodotti a marchio potrebbero diventare un cruciale fattore di differenziazione e competitività.
    Non voglio annoiarvi troppo... se avete voglia e tempo, vi lascio il link a un articolo che spiega la situazione in modo chiaro e abbastanza sintetico:
    http://www.mark-up.it/articoli/0,1254,41_ART_2746,00.html

    RispondiElimina
  10. "come te la cavi quando è il tuo turno di fare la spesa?"


    Male, ma non solo per colpa dei tedeschi...Certe volte se voglio cucinare anche piatti che in Italia sono normali, qui in Spagna a volte devo girare non si sa quanto per trovare gli ingredienti che da noi sembrano scontati...(e i tedeschi in questo non m'aiutano certo, anzi, in quanto a cucina è bene stiano parecchio zitti...).
    Ti dico: per fare il pesto mi so dovuto piantare le piante di basilico in giardino perché non c'è verso trovare il basilico fresco...
    Ora da brava donna italiana dirai "accidenti che bravo ragazzo, un maschio che cucina!!" ecc ecc
    Invece no, niente, di tutto questo. Semplicemente è che vivendo con tedeschi, se cucino è per istinto di sopravvivenza, tutto qui :D

    RispondiElimina
  11. i fantastici spagnoli.. hanno importato il cacao dalle americhe e l'hanno usato per secoli prima di italiani e svizzeri, ma oggi sono gli italiani e gli svizzeri (e altri) a guadagnare bene con l'industria del cioccolato... buttavano via le sardine pescate nell'atlantico e sono state alcune famiglie calabresi, siciliane e liguri a sfruttare nei paesi baschi le sardine creando industrie di trasformazione del pescato..

    RispondiElimina
  12. Immaginavo che lì non si trovasse il pesto, ma il basilico... ti tocca pure fare il giardiniere! Comunque in Spagna non si mangia poi male, l'importante è tenere i tedeschi lontani dai fornelli e non fargli vedere lo scontrino della spesa.

    Mi spiace deluderti, ma non sono la classica "brava donna italiana" dedita alla cucina; il mio istinto di sopravvivenza arriva solo al reparto gastronomia o ai surgelati.

    E' mio marito che, quando ha tempo, fa il pesto con il basilico, il sugo coi pomodori freschi, ecc... per questo chiudo un occhio quando arriva a casa con quelle orribili confezioni famiglia!

    paoletta

    RispondiElimina

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...