24 agosto 2011

Difendere i ricchi con argomenti debolissimi


Alberto Mingardi è uno dei principali esponenti dell'Istituto Leoni (IBL), un'associazione (di cui avevo scritto qui) che diffonde idee ultraliberiste magari facendo credere siano verità economiche incontestabili.

Cosa pensano quelli dell'IBL della manovra?

Naturalmente non sono favorevoli al cosiddetto contributo di solidarietà e preferiscono l'aumento dell'IVA che, come ho spiegato ieri, colpisce i redditi bassi più di quelli elevati.

Fin qui nulla di strano. Sono di destra, sono ultraliberisti, sostengono i ricchi contro i poveri: cosa ci dovrebbe stupire?

Stupisce la totale mancanza di motivazioni serie ovvero motivazioni che indicano una modesta conoscenza dell'economia, grave per chi scrive ogni giorno di economia.

Un esempio l'ha fornito ieri Mingardi, uno dei principali esponenti dell'IBL, considerato da qualcuno un pensatore brillante e competente.

In questo breve articolo l'esponente di IBL spiega anzitutto che la miglior tassa è quella che non modifica il comportamento. Un punto di vista assai conservatore che si cerca di offrire come verità assoluta (non si scrive "secondo me").

Ma basta poco per capire che è un'idea debolissima. Le imposte possono essere usate per cercare di spingere i consumatori o le imprese a risparmiare l'uso di risorse scarse o a produrre meno inquinanti, o a tenere comportamenti meno dannosi per la salute (pensiamo alle imposte sul tabacco).

Se fosse vero che l'imposta migliore è quella che non modifica i comportamenti, ovremmo pensare che agli ultraliberisti non importa dell'ambiente o della salute e preferirebbero che le sigarette o la benzina o tutto ciò che inquina venissero tassati come un paio di scarpe o una cena al ristorante.

Poi prosegue con una affermazione che fa rizzare i capelli: una patrimoniale colpirebbe il risparmio, cui segue l'osservazione che senza risparmio non c'è investimento.

Sembra che occorra che i cittadini risparmiano perchè il risparmio diventa investimento.

Basterebbe sfogliare qualche libro di economia per sapere che l'imprenditore investe se si aspetta che l'investimento offra guadagni interessanti e un business in crescita. Altrimenti non investe. Vale per il singolo e per l'economia nel suo complesso (principio dell'acceleratore). Pensare che il risparmio diventi investimento è come pensare che la farina si trasformi in pasta senza spiegare il perchè.

Il risparmio diventa per forza investimento. Si possono ad esempio comprare titoli di stato. Se gli italiani risparmiano il 10% del PIL ma devono finanziare un deficit pari al 3% del PIL, i soldi disponibili per gli investimenti sono pari al 7% del PIL. Se una patrimoniale diminuisce il risparmio al 7% del PIL ma annulla il deficit, i capitali disponibili per gli investimenti sono il 7% del PIL. La patrimoniale dunque non cambia nulla.

Inoltre l'idea che la patrimoniale riduca il risparmio e quindi gli investimenti è debole perchè il risparmiatore italiano non è obbligato a investire in Italia. Gli investimenti in Italia non si devono per forza finanziare con capitali italiani. Se il i risparmio degli italiani diminuisce ma ci sono buone occasioni di investimento, arriveranno capitali stranieri.

Mingardi però dà il meglio di sè quando parla di IVA. Ritiene che un aumento dell'IVA anzichè funzionare come imposta regressiva (che colpisce di più, in proporzione al reddito, chi guadagna di meno) come spiega qualunque manuale di scienza delle finanze, diventa progressiva, perchè i ricchi consumano, in termini assoluti, più dei poveri. Se uno studente al primo anno di economia dicesse una cosa del genere un buon professore gli consiglierebbe di cambiare mestiere.

Infine l'aumento dell'IVA va bene, per l'esponente di IBL, perchè anonima, vale a dire perchè "non discrimina fra contribuenti, non fa la spia. Ecco perché si presta male al gioco della «caccia al ricco». Agire sull'Iva proprio per questo motivo non piace ai politici: e tuttavia sarebbe la più sensata fra le alternative a disposizione".

E' tutto chiaro. Lo spiego per chi non l'avesse capito: quel che conta per l'esponente del think tank ultraliberista è difendere i ricchi, nasconderli alla vista di chi fatica a arrivare a fine mese, e, soprattutto, evitargli di pagare maggiori imposte, lasciandoli liberi di risparmiare di più, con l'illusione che in una economia che non cresce i risparmi come per miracolo diventino investimenti che rilanciano l'economia.

5 commenti:

  1. Ma poi è buffo che, come riporta lei in questo post

    http://econoliberal.blogspot.com/2011/06/paghereste-3000-euro-lanno-per.html

    si battano tanto contro le tasse e poi si autotassino di 3000 euri.

    Ho trovato pure questo club Bruno Leoni "di sinistra"(?!):

    http://unarosaperlapuglia.blogs.com/brunoleoniclub/

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  2. Evidentemente l'appartenenza al club rende.. d'altro canto negli USA i vari Cato, Heritage ecc sono pieni di soldi. Sono pagati per diffondere teorie liberiste che convincono la gente che le imposte sono il male assoluto.

    La gente vota e loro risparmiano imposte. Una parte del risparmio lo usano per pagare giornalisti, filosofi, economisti di serie B, politici, lobbysti ecc

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