11 giugno 2013

Marchionne e l'euro

A ottobre avevo scritto che forse l'euro debole avrebbe salvato l'operaio Fiat (vedi qui).

Il crollo della domanda italina e europea costringe le imprese a concentrarsi sulle esportazioni, per incrementare le quali servirebbe un euro debole.

Se il valore di una moneta rispetto alle altre dipendesse dall'andamento dell'economia, non ci sarebbero dubbi: l'euro dovrebbe valere molto meno rispetto al dollaro e allo yen, perchè l'economia europea è da tempo più debole.

Ma il valore dell'euro rispetto al dollaro e allo yen dipende anche dalle scelte di politica monetaria di Stati Uniti e Giappone, che da tempo stanno sostenendo le rispettive economie attraverso l'emissione di moneta.

Dollaro e yen sono dunque tenuti artificialmente bassi ovvero l'euro vale più di quanto dovrebbe valere.

Se n'è reso conto Sergio Marchionne che s'è lamentato delle scelte della BCE, accusata di non tenere al minimo i tassi e di non seguire la FED e la banca centrale giapponese, che emettono moneta in gran quantità per sostenere le rispettive economie.

La BCE potrebbe fare lo stesso, se solo non fosse pesantemente condizionata dai tedeschi, che preferiscono un euro un pò più forte e una politica monetaria meno accomodante.

Marchionne lo dice perchè vuole usare gli impianti italiani, sottoutilizzati, per produrre auto destinate all'espertazione negli USA. Ma perché solo lui se ne lamenta? Perché gli altri imprenditori dell'industria italiana non lamentano lo stesso problema?

14 commenti:

  1. Bene, ora è chiaro cosa s'intendeva dicendo "immissione di liquidità".

    La Germania al momento non è interessata all'operazione perché può scaricare la perdita di competitività sul Sud Europa e autogiustificarsene grazie all'inefficienza e al costo esagerato degli apparati statali delle nazioni porcelle.

    Però "stampar baiocchi" per meglio contendersi il solito osso, va bene per svalutare debito pubblico, pensioni e stipendi, ma è cosa assai stupida, strategicamente parlando.

    Stampar baiocchi dev'essere usato per costruire un nuovo modello di sviluppo !!!

    Hai sentito quel cretino di Pallante e della sua decrescita felice? è lì che s'arrampica sugli specchi per dire che intendeva dire che bisognava promuovere le case ecologiche eccetera eccetera, mica di tornare a vivere nei boschi (invece era proprio quello che diceva assieme a Massimo Fini ... a proposito, dov'è sparito il Massimo? el mort?).

    Persino Giulietto Chiesa (che mi pare fosse un comunistaccio) vorrebbe che Grillo promuovesse una riflessione su come modificare le istituzioni in questa direzione.

    Però Pallante e Chiesa, prima di mettersi a pontificare di cose giuste, dovrebbero riconoscere le cazzate dei tempi che furono.

    Personalmente non ho il problema di riconoscere i miei errori. Mio padre era un commerciante di frutta all'ingrosso (uno di quelli che 60 anni fa contribuivano a "triplicare" il costo dei prodotti agricoli, mentre oggi la norma è la "decuplicazione"). Nonostante l'interesse opposto, ritenevo che i contadini, avendo assai poco da fare d'inverno, avrebbero potuto associarsi in cooperative e distribuire personalmente il loro prodotto, allargando il loro lavoro e aumentando i loro ricavi.

    Bene, le cooperative furono fatte ed ebbero grandi vantaggi fiscali e creditizi, ma mica a beneficio dei contadini, bensì per strappare certe attività economiche da certe mani per consegnarle ad altre mani più rispettose dei poteri costituiti.

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  2. perché gli altri non sanno cosa sia la politica monetaria (troppo complessa) e sono pure disabituati ad una politica industriale...

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  3. la Germania è storicamente abituata a avere poca inflazione grazie a una politica monetaria restrittiva che, tramite la rivalutazione del marco rispetto alle altre monete, costringeva le imprese a impegnarsi per migliorare prodotti e processi produttivi e obbligava la politica a realizzare efficienti politiche industriali

    noi ci siamo abituati a svalutare e avere politiche industriali ridicole..

    oggi non possiamo svalutare, la politica industriale monti non sa neanche cos'è e con lui passera e altri prima (Berlusconi lasciò vacante il ministero per mesi), le imprese dovrebbero impegnarsi per migliorare i prodotti e i processi produttivi ma cercano invece la scorciatoia della riduzione di qualche costo per decreto e inoltre in un contesto di domanda debole è molto + difficile che investano per migliorare

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    1. Quando l'Inghilterra faceva i soldi con la finanza e i giovani bocconiani si rapavano la zucca, vestivano di nero e calzavano scarpe nere n°55, tutti dicevano: "copiate l'Inghilterra".

      Ora tu dici: "copiate la Germania" e l'invito è molto più sensato del precedente.

      Ma credi che ci sia posto per tante Germanie?

      Ho paura di no.
      Credo si debba allargare la visuale.

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    2. un conto è dire copiate chi vende torte: se il mercato delle torte (o della gestione dei capitali) è limitato, ovvio che copi ma ottieni pochi risultati, a meno di essere + bravi dell'altro produttore di torte (o gestore di capitali)

      altra cosa è chiedere una politica industriale.. politica industriale non vuol dire che fiat debba fare concorrenza alla volkswagen costruendo auto che somiglino alle auto tedesche per spingere gli acquirenti di VW a scegliere una Fiat

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    3. gino, davvero non riesco a trovare comprensibile lo schema del discorso... si capisce che hai molta confusione in testa...

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  4. Gian: altra cosa è chiedere una politica industriale.. politica industriale non vuol dire che fiat debba fare concorrenza alla volkswagen costruendo auto che somiglino alle auto tedesche per spingere gli acquirenti di VW a scegliere una Fiat

    cosa vuol dire allora?

    E' impossibile far concorrenza alla Germania nel mercato da lei detenuto, almeno fino a che i costi della Casta non s'allineeranno con quelli tognari.

    Avevamo un nostro mercato, ma ce l'hanno soffiato i Cinesi.

    Cosa dobbiamo fare allora? Certamente una miglior politica industriale, ma volta ad un nuovo modello di sviluppo.

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    1. vuol dire per es. rendere facile e conveniente la fusione/acquisizione tra loro dei fornitori fiat, così che nascano imprese + grandi, capaci di rendersi + competitive, così da spingere fiat a acquistare i componenti da imprese italiane, oppure vuol dire cercare di favorire altri casi Chrysler (non da parte di fiat ma di altre imprese industriali), cioè acquisizioni di imprese all'estero, portando all'estero (come ha fatto fiat con chrysler) i fornitori, così che i guadagni esteri possano, se necessario, compensare risultati meno positivi in Italia.

      Vuol dire usare il fisco perchè diventi + conveniente per un'impresa acquistare da fornitori italiani che da fornitori stranieri, erogare contributi non a chi fa nascere imprese (con il politico a cui poi non importa dove portano tali imprese) ma a chi ottiene certi risultati (per es. in funzione della quantità venduta o esportata).

      Vuol dire costruire una metropolitana, aeroport, diga, TAV ecc e poi mettere insieme competenze, imprese fornitrici ecc per offrire un prodotto o servizio analogo a paesi che hanno bisogno di quei prodotti o servizi invece di lasciare che siano le singole imprese, se lo desiderano, a proporsi ai brasiliani o agli indiani..

      i tedeschi fanno queste cose: non mandano qualcuno con il catalogo a vendere un prodotto ai cinesi, ma gli dicono se volete arriviamo e costruiamo la metropolitana chiavi in mano...

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    2. è vero che i cinesi hanno portato via certi settori... ma l'hanno fatto perchè noi abbiamo sempre avuto l'impresa che tesse, quella che fila, quella che tinge il filo, quella che trasforma il filo in tessuto, quella che taglia e cuce il tessuto e lo trasforma in capo di abbigliamento... {mi scuso per probabili imprecisioni, vorrei solo far capire le cose}

      tutte queste fasi erano svolte da imprese diverse. Loro hanno unito queste operazioni in capo a una sola azienda che fa tutto o a poche aziende ognuna delle quali fa più di una lavorazione, e questo permette non solo di risparmiare ma consente all'acquirente del prodotto finito di non perdere tempo e soldi nel coordinamento di una serie di fornitori e di passaggi produttivi: affidano tutto a una sola azienda e comprano il prodotto finito

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    3. Certo si può migliorare molto.

      Non solo nel rendere più efficiente e meno costoso lo Stato, in sè e nei suoi servizi, ma anche le aziende potrebbero fare meno cazzate. Io ho vissuto il mondo delle imprese private ed erano tutte fra le migliori, ma quante stupidaggini e perdite di tempo! Noi lavoravamo molto di più dei tedeschi, le nostre riunioni duravano fino a notte mentre si sapeva che le riunioni dei tognari terminavano alle cinque: questo perché noi eravamo prolissi, litigiosi e disorganizzati (ripeto che che eravamo fra i migliori, se non i migliori del settore). Oggi il mio ultimo ex-padrone ha venduto a degli svizzeri e i figli si godono i soldini. Anche questo contribuisce al disastro.

      Ma questo ammesso, fino a che il salario dei concorrenti dell'Italia resterà al disotto di un decimo non ci può essere storia. Anzi, sarebbe un bel regalo ( c'è chi lavora per te e ti rifornisce per un boccon di pane) ti si liberano risorse per fare quello che ti manca ... e invece ci fai dei disoccupati. Bleah!

      Quella di Fiat-Chrysler l'ho capita poco, ma io la Fiat la nazionalizzerei (previa rifondazione dello Stato però).

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  5. nazionalizzeresti? ma non eri liberale?

    fiat guadagna grazie a chrysler.. perchè nazionalizzarla? mica gli italiani comprano + auto se le produce un'azienda statale...

    marchionne ha letto ottimi manuali e li mette in pratica.

    Sa che un'azienda del settore ha bisogno di grandi quantità di vendite, non s'è lasciato sfuggire l'occasione, ha integrato 2 aziende complementari (auto piccole italiane e Jeep americane), ha ridotto la capacità produttiva negli USA per rimettere in sesto i conti e adesso cerca di usare la capacità prod inutilizzata italiana, usa i profitti nel resto del mondo x mantenere in vita una fiat europea che non guadagna 1 euro da anni, ha portato molti fornitori italiani a diventare fornitori negli usa... ha fatto insomma tutto quel che serve per evitare di vendere agli svizzeri...

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    1. perché gli italiani se la sono comprata più volte coi loro soldini.

      Marchionne è certamente bravo e giustamente fa gli interessi suoi e dei suoi padroni, ed anche quelli dei suoi dipendenti e, indirettamente, delle nazioni in cui i dipendenti vivono. Mi ricorda Mattei. Potrebbe essere anche un ottimo dirigente di aziende pubbliche.

      Ma che centra con la proprietà della Fiat? In genere l'azionista di maggioranza è quello che ci ha messo più soldini.

      Io sono liberale perché sono contrario ai monopoli e alle pastette. Se i privati fanno monopoli e pastette, non mi vanno bene. Idem se li fa lo Stato. Ho già detto che nessun industriale è liberale. Da sempre credo che in ogni caso l'economia debba essere indirizzata e controllata dalla politica.

      In ogni caso oggi gli Stati spendono dal 30 alo 50% della ricchezza prodotta e mi pare proprio il caso di cercare il modo di farli funzionare meglio, altro che "Stato leggero" alla Berlusca o come dicono pure tanti ex-sinistri. Certamente però non uno Stato Comunista e neanche "pianificato" come scimmiottavano i democristiani alla Fanfani.

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    2. se si nazionalizzassero tutte le imprese che ricevono soldi direttamente o indirettamente (per es. con condizioni molto favorevoli di vario tipo, anche illeciti -vedi evasione-) credo che Marx e Lenin risusciterebbero per festeggiare ... il mondo non avrebbe molte aziende private. Forse qualche chiosco che vende bibite e panini in un parco americano

      stato leggero voluto da Berlusconi? ha espresso concetti così elaborati?

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  6. beh, la Fiat è in cima alla lista. Poi, per i vantaggi fiscali soprattutto, ci metterei le cooperative (forma da riservarsi invece ad aziende dove il "capitale" è prevalentemente il lavoro e di dimensioni assai più contenute).

    Berlusconi viene rifornito di slogan dai suoi ed è bravino nel proporli.

    Dimenticavo: ovvio che in "questo" Stato, Marchionne non potrebbe essere un manager pubblico di successo, spero ti sia chiaro che pensavo ad uno Stato assai diverso.

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