10 aprile 2011

Eredità vs Herencia

Studiando diritto civile in Spagna, ho notato che (aldilà dei matrimoni omosessuali etc. che in questo blog non ci interessano, non avendo trascendenza economica), uno dei punti più differenti rispetto al sistema italiano è quello sull’eredità (che in spagnolo si dice herencia).
E’ necessaria però una premessa: alcune regioni spagnole, (Catalogna, Paese Basco e qualche altra), godono di certi privilegi legislativi che gli permettono, in determinati ambiti del diritto privato (tra cui l’eredità), di emanare nel loro territorio leggi proprie diverse dal resto della nazione, (“vecinidad civil foral” la chiamano, mentre in tutte le altre regioni vige la “vecinidad civil común”). In questo confronto, quelle a cui faremo riferimento saranno le norme previste dalla vecinidad civil común, valide nella gran parte della Spagna.
Per non dilungarci troppo ad analizzare ogni singola eventualità, (che ci vorrebbero 10 interventi), prendiamo un esempio di una famiglia di padre, madre e due figli, nella quale muore il padre.
Senza testamento: In Italia1 la moglie ormai vedova eredita 1/3 del patrimonio ed i figli erediteranno in parti uguali i restanti 2/3 (se fosse stato un figlio unico si sarebbe preso interamente i 2/3).
In Spagna2 la moglie non eredita niente, il codice civile spagnolo è categorico: i diritti del coniuge vivo si limitano al mero usufrutto di una parte dei beni del coniuge deceduto, (se sono separati, anche separati "di fatto" senza sentenza, nemmeno l'usufrutto, mentre in Italia il coniuge separato senza sentenza ha gli stessi diritti del coniuge convivente).
Nel nostro caso erediterebbero l'intero patrimonio i due figli in parti uguali, la moglie otterebbe solo il diritto d'usufrutto di 1/3 delle proprietà ereditate da loro, (per esempio il diritto di abitare nella casa della famiglia). Senza discendenti ereditano gli ascendenti, poi i parenti in linea collaterale, infine lo Stato, in nessun caso il coniuge.

Con testamento: in Italia1 la quota legittima riservata dalla legge è del 25% per il coniuge, e del 50% da dividersi in parti uguali tra i vari figli.
Rimane quindi una quota disponibile del 25% che il testamentario può lasciare a chi desidera.
In Spagna2 il testamento invece funziona così: si divide il patrimonio in 3 terzi, detti: tercio de legítima, “de mejora”, e de libre disposición”. La legítima va agli eredi in parti uguali. La mejora (“miglioramento”), è una specie di premio che il testamentario (volendo) può attribuire arbitrariamente ad uno degli eredi, oltre alla legittima. Infine il terzo di libera disposizione da poter destinare a chi si vuole, (magari qualcosa al coniuge vedovo rimasto a bocca asciutta, o magari no).
Conclusioni:
Il diritto italiano si preoccupa molto di più di tutelare il coniuge.
Quello spagnolo pare quasi “ignorarlo”, (limitandolo al mero diritto di usufrutto, togliendo anch'esso nel caso di separazione), forse per non incentivare eventuali matrimoni d’interesse.
Inoltre il diritto spagnolo propone un curioso terzo di “mejora” vincolato agli eredi, ma da poter utilizzare come premio per l’erede “preferito”.
Infine, nel nostro caso, la Spagna lascia una maggior quota disponibile (1/3 contro un 1/4 dell'Italia), da gestire come vuole il testamentario, permettendo una maggior libertà nel disporre dei propri beni.

Insomma, eredità o herencia?
González, editoriale: UNED
2 “Compendio de Derecho Civil”, autore: Carlos Lazarte González, editoriale: UNED

3 commenti:

  1. Benvenuto tra gli autori, Vx, che scriverai molto -spero- di Spagna

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  2. eheh grazie a tutti e due

    per la vendemmia però era meglio la mia vecchia Toscana ma insomma...

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