23 gennaio 2014

Realismo pensionistico

Sono convinto che se l'attuale crisi fosse scoppiata 20 o 30 anni fa ne saremmo usciti prima e meglio. Il motivo si chiama riforma Fornero.
Le crisi del passato, come quella che scoppiò nei primi anni '90, innescata dall'invasione del Kuwait, sono state affrontate anche facendo uso dei prepensionamenti. Le fabbriche in crisi ristrutturavano, licenziavano e sovente operai e impiegati in eccesso venivano prepensionati o accompagnati alla pensione con una serie di ammortizzatori, come la cassa integrazione.

Il lavoratore non era certo felici di abbandonare il lavoro, e la ragione era che sovente speravano che i figli potessero seguire le loro orme. Se la fabbrica chiudeva o riduceva il personale si rendevano conto che il loro sogno di lasciare il lavoro ai figli si sarebbe infranto. Ma erano economicamente tranquilli: la pensione era un'entrata certa.

In questo modo si ottenevano alcuni risultati importanti: nonostante la crisi i consumi tenevano, centinaia di migliaia di persone uscivano dal mondo produttivo lasciando spazio a un minor numero di neo assunti. Le imprese potevano ridurre i costi sostituendo lavoratori più anziani e costosi con lavoratori più giovani e spesso ne approfittavano per sostituire gli impianti, passando a una tecnologia migliore, che rendeva più rapida la ripresa perchè aumentava l'efficienza e la produttività delle imprese.

La riforma Fornero non permette tutto ciò. Promette di tagliare i costi delle pensioni negli anni anzi nei decenni a venire, tranquillizzando chi investe in titoli di stato italiani a cui offre un sistema pensionistico sostenibile, ma blocca due generazioni: quella di chi con il vecchio sistema sarebbe andato in pensione anticipatamente e quella di chi con il vecchio sistema sarebbe stato assunto.

L'effetto è una riduzione dei consumi: chi non può andare in pensione ha paura di essere licenziato e trovarsi in grandi difficoltà economiche. Per questo preferisce ridurre i consumi e risparmiare. Chi è giovane e non trova un posto di lavoro, non può consumare e neanche indebitarsi se le prospettive sono incerte.

La riforma Fornero ha prodotto un triste risultato immediato: gli esodati, vale a dire quei lavoratori che confidando nell'imminente pensionamento hanno accettato di lasciare l'azienda che li ha incentivati alle dimissioni. La riforma Fornero li ha lasciati in mezzo a una strada senza lavoro e senza pensioni, stimolando negli altri lavoratori la decisione di non consumare e risparmiare nel timore di periodi peggiori.

Di tutto ciò s'è reso conto forse il governo che sta preparando una mini-riforma della riforma Fornero, dando la possibilità in alcuni casi ai lavoratori di andare in pensione prima con una sorta di prestito al lavoratore. Un modo elegante per non smentire la riforma Fornero, ottenendo al tempo stesso il risultato di creare le condizioni per evitare gli esodati rendendo più flessibile il sistema.



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