27 gennaio 2014

Bubble pot

Un paio di volte (vedi qui e anche qui) questo blog s'è occupato di marjiuana legalizzata in alcuni stati americani, dove si punta anche a riempire le casse statali con gli introiti della vendita della sostanza finora vietata.

Se c'è la possibilità di vendere qualcosa, negli Stati Uniti non mancano le imprese pronte a vendertelo. Esistono diverse aziende quotate in borsa che provano a produrre marjiuana e a commercializzarla.

Imprese in alcuni casi un pò naif, con amministratori che in passato sono stati in carcere per spaccio e sono alle prese con cause e processi. I regolatori della borsa avvertono i risparmiatori: le azioni di queste società sono a alto rischio, in balia delle decisioni politiche e delle vicende giudiziarie.

Ma qualcuno ci crede e investe in società che valgono mediamente molto poco e in azioni che valgono spesso pochi centesimi l'una. Così il valore delle azioni sale anche del 1700% in pochi giorni.

Una bubble pot, una bolla delle azioni della marjiuana destinata a scoppiare secondo qualcuno, oppure l'affare del secolo. Se gli americani dovessero legalizzare la cannabis, si troverebbero decine di società pronte a conquistare i mercati non solo americani ma di tutti quei paesi che decidessero di seguire la stessa strada.

Per questa ragione qualcuno scommette sulle piccole società americane della cannabis. Scommettono sulla conquista dei mercati di mezzo mondo. Se succedesse, il giro d'affari e il valore di queste società aumenterebbe di centinaia di volte in poco tempo tempo, ripagando la scommessa su titoli oggi di scarso valore.

1 commento:

  1. Se non avessimo il sistema sanitario follemente regionalizzato, sarebbe bastata una legge statale per ottenere già un considerevole avanzamento: http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=8679

    RispondiElimina

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...