21 gennaio 2014

Thohir

Chi segue le notizie sportive in questi giorni avrà letto molte critiche nei confronti dell'indonesiano Thohir, che qualche mese fa ha acquistato il 70% dell'Inter.

Tra i critici c'è anche Fabio Capello, ex calciatore di successo, e allenatore ancora più di successo. Uno che ha vinto molto e ha anche studi da manager che risalgono all'epoca in cui lavorava per il gruppo di Berlusconi prima di diventare l'allenatore del Milan.

Studi forse serviti a poco, visto le critiche poco sensate a Thohir.

Cerchiamo di ricapitolare: la scorsa primavera inizia una lunga trattativa tra Moratti, presidente nerazzurro, e l'indonesiano Thohir, proprietario di un grande gruppo imprenditoriale indonesiano.

Non si sa bene perchè Thohir abbia comprato l'Inter, ma si sa che Moratti è stato spinto a venderla perchè una parte dei debiti della società erano garantiti da beni personali. O vendi la società o ti vendiamo i beni dati in garanzia, devono avergli detto le banche creditrici, e lui alla fine ha ceduto.

Thohir ha comprato una società molto indebitata e ha spiegato, forte delle relazioni dei suoi consulenti, che occorre tagliare e rimettere a posto i conti. Conti in forte rosso: l'ultimo bilancio s'è chiuso con una perdita di 80 milioni.

Tanti soldi, se si pensa che la Juventus senza considerare gli introiti della Champions League, incassa poco più di 200 milioni.

Thohir dunque vuole arrivare al pareggio di bilancio o almeno vuole ridurre fortemente le perdite. Com'è possibile che investa decine di milioni per acquistare, nel mercato di riparazione di gennaio,  giocatori che potrebbero riportare l'Inter tra le prime?

O sceglie di mettere a posto i conti o acquista giocatori costosi. Non c'è una terza via, ma a molti questo pare quasi offensivo, come se un presidente non potesse fare altro che spendere milioni per coprire le spese eccessive della propria squadra.

E' triste che i tifosi continuino a volere presidenti ricchi che versano milioni nelle casse della società, non capendo -tra l'altro- che è poco sportivo giocare con un "aiutino" economico, una perdita da coprire enorme, pari al bilancio di una media società di calcio italiana.

Ma è ancora più triste che sia Capello a lamentarsi delle scelte di Thohir: sono scelte chiare e economicamente responsabili, che un allenatore famoso con un passato e un presente di tutto rispetto dovrebbe comprendere e magari auspicare perchè un calcio sostenibile ha un futuro migliore di un calcio drogato da troppi soldi che oggi ci sono e domani forse no.

3 commenti:

  1. Perché ha comprato l'Inter? Business: chi conosceva Thohir e Astra International prima dell'acquisto, se non in un certo ambiente? Quanti ora lo riescono a identificare? L'utilità ripetuta dell'acquisto, è enorme, ogni vittoria o cappella faccia la squadra, qualcuno chiederà, per com'è fatto il nostro giornalismo sportivo, che cosa ne pensa lui a gratis.

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  2. D'accordo con Pericle, anche in patria o comunque nella sua zona essere entrato nel calcio europeo deve essere uno sponsor notevole

    Inoltre l'Inter è una società grossa ed in prospettiva se gestita bene può anche produrre utili potenzialmente in futuro

    solo un dubbio gian:

    Non è alla fine lo stesso discorso delle finanziarie dei governi che soffocano il popolo con l'austerità per mettere a posto i conti ma facendolo ritardano e limitano la crescita e quindi rischiano di peggiorare i conti?
    Alla fine il concetto è lo stesso ma applicato al calcio:

    Tohrir vende e non compra per mettere a posto i conti, l'Inter s'indebolisce e si sogna gli introiti di Champions o addirittura d'Europa League e quindi anche meno sponsor meno soldi dai diritti tv, meno dalla biglietteria eccetera
    Intanto i giocatori forti di loro se ne vanno in squadre che giocano la Champions e che offrono ingaggi migliori...E s'indebolisce ancora di più.

    Io sono d'accordo col tuo discorso, ma non c'è anche questo fattore?
    Certo, c'è chi riesce ogni tanto a rilanciare squadre senza spendere scovando talenti, recuperando giocatori dati per bolliti, azzeccando l'allenatore eccetera
    Pradé e Macia a Firenze fecero un capolavoro in questo l'Estate del 2012, portando la Fiorentina dalla quasi retrocessione alla quasi Champions League rivoluzionando la rosa ed addirittura portando a casa anche un utile di bilancio.
    Ma non è la regola, nello sport i miracoli esistono, sul campo e fuori. ma non sono la regola sono l'eccezione, se no non sarebbero miracoli.

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    1. le finanziarie mal fatte riducono i consumi sia perchè si riducono i soldi a disposizione delle famiglie sia perchè si spaventa la gente che preferisce non consumare

      nel caso del calcio non hai certezze sui risultati e le coppe rappresentano un introito aggiuntivo su cui sarebbe meglio non fare affidamento nel momento in cui una società decide quanto spendere

      se poi spendi molti soldi nella speranza di far bene e andare in coppa l'anno dopo, ma non ce la fai, rischi di trovarti con giocatori svalutati per cui al mancato incasso si aggiunge il rischio di subire perdite se si rivendono i giocatori acquistati nel tentativo di fare il salto verso obiettivi + ambiziosi, mentre il raggiungimento degli obiettivi permette, volendo, di rivendere i giocatori ottenendo plusvalenze

      l'errore concettuale è pensare che i giocatori siano un investimento come quello di una società che acquista un macchinario

      non è così, anche se contabilmente si trattano allo stesso modo..


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