24 giugno 2014

Il trucchetto dell'Atletico Madrid

Lo scorso maggio l'Atletico Madrid ha vinto il campionato spagnolo e è stato sconfitto ai supplmentari nella finale di Champions League. Un risultato straordinario per una società molto meno ricca di Real Madrid o Barcellona, ventesima per introiti in Europa.

C'è però un trucco che potrebbe presto diventare illegale nel mondo del pallone.

Quando una squadra acquista un calciatore e spende -supponiamo- 5 milioni di euro, sopporta per ogni anno in cui il giocatore è sotto contratto un costo, l'ammortamento della somma spesa, vale a dire una parte dei 5 milioni spesi.

Più alta è la somma spesa più alto l'ammortamento, più è difficile per le squadre con ricavi modesti permettersi un giocatore costoso.

Ma cosa succederebbe se il giocatore fosse acquistato da una società esterna che lo presta alla società di calcio? La società esterna sopporterebbe l'ammortamento e la società calcistica con gli stessi soldi potrebbe disporre di più calciatori di buon livello, non dovendo sopportare per ciascuno di essi il costo dell'ammortamento.

Per fare un esempio, la Juventus ha speso nella stagione 2012-13 circa 150 milioni in stipendi e 50 in ammortamenti. Senza costi per ammortamenti, avrebbe potuto spendere 50 milioni in più per gli stipendi. Una cifra enorme, sufficiente a pagare 5 stipendi (più le imposte) di giocatori del calibro di Tevez o Buffon.

La società esterna nel caso dell'Atletico è un fondo di investimento che acquista i calciatori e poi li rivende. Pagando in tutto o in parte il cartellino dei calciatori acquistati, il fondo regala all'Atletico i minori costi di cui s'è detto, ma poi è libero di cedere i calciatori non appena sia disponibile un acquirente.

Per questo l'Atletico sta vendendo molti dei suoi giocatori migliori: il fondo che li ha acquistati adesso li vende, capitalizza i successi dei propri calciatori.

Il ricorso a un fondo non è nuovo nel mondo del calcio. In Sud America esistono fondi che investono sulle promesse di molte società di calcio e li rivendono non appena arriva una buona offerta da una squadra europea.

Usare un fondo per alleggerire i costi di una squadra però crea problemi, che potrebbero spinegere l'UEFA a vietarli.

La prima ragione è che chi ricorre al fondo ha un indubbio vantaggio economico rispetto a altre squadre. La seconda è che il fondo può influenzare i risultati sportivi, se tra i proprietari sono presenti individui o società che hanno interessi in squadre diverse.

Proprio l'Atletico quest'anno è stato protagonista di un episodio inquietante: il occasione della semifinale con il Chelsea è spuntata una clausola nel contratto di prestito (dal Chelsea all'Atletico Madrid) del portiere Courtois che imponeva una penale alla squadra spagnola nel caso in cui il portiere avesse giocato in Champions League contro la squadra inglese.

1 commento:

  1. Alcuni dubbi:

    - è pur vero che usufruendo di un giocatore in prestito si risparmia sull'ammortamento, tuttavia si sostiene ugualmente il costo del prestito stesso; per cui non è propriamente vero che il fondo "gratuitizza" l'uso dei giocatori

    - fino ad alcune stagioni orsono (ricorso un articolo della Gazzetta per un Lecce-Vicenza) in Italia era perfettamente lecita la clausola che impediva al club cui era tesserato un giocatore di schierarlo contro la società proprietaria del contratto; purtroppo non so se sia ancora in vigore. Per cui quando è scoppiato il caso Courtois, mi ha parecchio stupito (si fa per dire, conoscendo la comprovata faziosità dei nostri commentatori calcistici) tutti gli schiamazzi sullo "scandalo" partoriti dalle nostre parti

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