Lo spread della Spagna (vedi qui) sale a 390 dopo un'asta dei titoli di Stato che lancia brutti segnali: la sfiducia dei mercati sta aggredendo la Spagna e trascina pure l'Italia il cui spread sale a 358 punti.
La manovra di Rajoy non convince i mercati. 27 miliardi di tagli possono non bastare se provocano recessione e il calo delle entrate, in un paese alle prese con un tasso di disoccupazione impressionante e si prevede che il rapporto debito/PIL salirà all'80% dal 63%.
Gli spagnoli devono fare di più per garantirsi la fiducia dei mercati. E magari non ricorrere a misure come lo scudo fiscale, che ricorda le infelici scelte di Tremonti: puntando a incassare una manciata di miliardi una tantum si riduce il deficit, ma si stimola l'evasione.
Analogamente la Grecia sta provando a accordarsi con la Svizzera per ottenere 10 miliardi di mancati introiti fiscali su capitali per 200 miliardi di cittadini greci depositati nella Confederazione. 200 miliardi, una somma enorme per la Grecia, in pratica l'equivalente del PIL di un anno.
Anche la situazione dell'Italia non è felice. I dati economici delle ultime settimane parlano di inflazione, aumento delle imposte, crollo della produzione industriale, ecc. Un disastro che spinge qualche giornale straniero a chiedersi: ce la farà l'Italia in recessione a mantenere gli impegni di bilancio senza imporre ai propri cittadini altre imposte e altri tagli che non farebbero che peggiorare la recessione?
Durante la conferenza stampa per parlare dell'accordo sulla riforma del lavoro, Monti ha spiegato che c'è il trucco: il governo ha considerato, nelle previsioni del bilancio 2012, le
ipotesi peggiori: tassi elevati e nessun incasso dalla lotta
all'evasione.
Sappiamo però che i tassi sono diminuiti, e quindi si spenderà di meno, e che la lotta all'evasione avrà un effetto positivo sui conti pubblici. Tutto ciò basterà a compensare le minori entrate causate dalla recessione in corso?
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