21 marzo 2013

Il dossier Giarda



















Ho iniziato a leggere il copioso dossier Giarda sulla revisione della spesa, pubblicato nel marzo 2013, di quasi 300 pagine, in cui si esamina, capitolo per capitolo, la spesa pubblica, radiografando i vari capitoli in relazione al territorio e alla spesa.

Per chi fosse molto interessato, lo può trovare qui.


Il testo è diviso in capitoli, e precisamente le spese per:

- Arma dei Carabinieri
- Polizia di Stato
- Vigili del fuoco
- Prefetture
- Capitanerie di porto
- Province
- Trasferimenti agli enti locali

Il testo è ovviamente molto e lungo e complesso tecnicamente per commentarlo tutto in questa sede, ma vorrei puntare l'attenzione su alcuni punti:

1. Nel dettaglio dei capitoli non sono esplicitate le spese per la difesa, ma queste sono poi messe nel totale della spesa aggredibile, a differenza delle spese del ministero dell'interno. La spesa per la difesa è passata dal 6,8% del PIL del 1990 al 7,1% del PIL nel 2009 (pagina 16).

2. Il totale della spesa pubblica è pari a 793 miliardi di Euro (dati ISTAT), ma non tutta è aggredibile nel breve periodo. Ovviamente qualunque spesa è azzerabile nel medio-lungo periodo, ma non nel breve. Non sono considerate aggredibili le spese per pensioni (237 miliardi), per la partecipazione all'UE (16 Mld.), gli interessi passivi, ovviamente (70 Mld.), e tutta un'altra serie di spese come da tabella a pagina 28, che portano la spesa aggredibile a 293 miliardi di Euro. Di questa spesa è ragionevolmente aggredibile solo un 25-30% (70-90 Mld. Euro) in quanto la spesa è ripartita per 122 Mld. in retribuzioni lorde, 135 Mld in consumi intermedi (spese), e il resto sono sostanzialmente contributi a famiglie, imprese e a istituzioni sociali.

3. Enti locali: per i comuni la spesa procapite (cioè il costo del comune per abitante) è massima per i comuni molto piccoli e decresce fino al minimo per i comuni di circa 10.000 abitanti, per poi crescere di nuovo moderatamente. Questo significa che i più efficienti sono i comuni medi, quelli intorno ai 9-10.000 abitanti e che sicuramente varrebbe la pena aggregare. Per quello che riguarda province e regioni esistono molte disparità sia in rapporto agli abitanti che all'estensione, ma anche qui vincono le economie di scala delle province e regioni più grandi e popolate.

4. Le spese per le province. Quanto si risparmierebbe, dunque, abolendole? Secondo Giarda (pagina 199) passando da 86 a 51 province circa 370 milioni di Euro (erano le originali 86 della spending review), in pratica i costi dei risparmi politici e delle duplicazioni dei centri di spesa.

5. Chi paga le manovre? In pratica tutte le manovre correttive 2008-2011 (Tremonti), quindi escluso il salva Italia, chi le sta pagando? Le stanno pagando in precentuali analoghe alla spesa Stato centrale ed enti locali, quindi siccome lo stato centrale spende la metà degli enti locali (121 Mld. contro 211 Mld), allo stato centrale è stato tagliato la metà degli enti locali.

6. Fino a quando pagheremo? Escluso il salva Italia, e grazie a Tremonti, fino al 2014, fino a che i risparmi cumulati (pagina 24) e le maggiori entrate arriveranno a 111 miliardi di Euro: 61 miliardi di tagli e 50 miliardi di entrate!

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