04 novembre 2013

Olivetti... e i neoborbonici

Rai1 ha di recente mandato in onda la fiction su Adriano Olivetti, geniale imprenditore a capo dell'ominima azienda nata a Ivrea oltre un secolo fa.

L'azienda Olivetti, a lungo un'azienda leader nel settore delle macchine da ufficio, oggi quasi non esiste più, limitandosi a fare da comparsa in settori dominati dai prodotti americani e asiatici. Gli edifici che a Scarmagno, vicino a Ivrea, ospitavano migliaia di dipendenti sono un monumento alla deindustrializzazione.

Olivetti è stata la prima impresa al mondo a costruire un computer, eppure oggi non c'è più. Qualcuno potrebbe storcere il naso e ricordare, come i neoborici, i record di Olivetti, come aver progettato e costruito il primo computer al mondo.

Ma essere stati primi un tempo , soprattutto se arrivare per primi a produrre qualcosa non comporta alcun vantaggio sul mercato. Un conto infatti è inventare un prodotto e conquistare i potenziali acquirenti, rendendo difficile per altri concorrenti entrare in quel mercato, un altro è costruire un prototipo o un bene che magari domina un mercato piccolo, destinato a crescere rapidamente. In questo secondo caso è facile perdere il primato.
non garantisce la possibilità di mantenere il primato

E se qualcuno mai pensasse a un complotto per eliminare Olivetti? Gli si potrebbe rispondere con un nome: Vobis.

20 anni fa era l'azienda tedesca che produceva più computer, aveva successo al punto che Microsoft agli inizi degli anni '90 fece di tutto per arrivare a un accordo con Vobis, convincendoli a adottare il proprio sistema operativo. Ebbe successo e per chi produceva sistemi operativi alternativi fu la fine.

Oggi Vobis cosa produce?

Ha fatto la fine di Olivetti, a ulteriori riprova del fatto che arrivare per primi o essere stati i migliori non significa nulla, checchè ne dicano i neoborbonici.





4 commenti:

  1. Da quel che so il pc Olivetti lo ammazzarono nella culla. Olivetti cercava dei partners per finanziare lo sviluppo di quella macchina meravigliosa; purtroppo i "grandi" imprenditori italiani gli risero in faccia, la politica se ne fregò in blocco e alla fine si decise a vendere quella parte della sua azienda.

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    1. il computer degli anni '60 era un prototipo e in italia non esisteva un mercato per quei computer che erano molto inefficienti. I pc degli anni '80 erano fatti per intero a ivrea, compreso il sistema operativo.

      all'inizio degli anni '90 un negoziante che vendeva pc (ai tempi costava circa 2 milioni di lire il modello + scadente e era rivolto a un pubblico di imprese che firmavano un contratto di manutenzione..cosa che di fatto raddoppiava il costo) mi spiegò che olivetti, che l'aveva cercato per vendere i suoi pc, era da scartare perchè non permetteva ad es. di aggiungere altre schede di memoria, cosa richiesta dalla clientela

      sono morti quando i sistemi operativi di microsoft hanno avuto la meglio e soprattutto quando in asia si sono create aziende che producevano componenti a basso costo e in enormi quantità. A quel punto tutti hanno iniziato a infilare nei computer i processori intel, il software microsoft, le schede di memoria asiatiche ecc e da produttori si sono trasformati in assemblatori incapaci di competere con gli asiatici

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  2. DA WIKIPEDIA: "Emblematica la dichiarazione di Vittorio Valletta (persona notoriamente legata a Mediobanca) all'assemblea della Fiat del 30 aprile del 1964, "la società di Ivrea è strutturalmente solida, potrà superare senza grosse difficoltà il momento critico. Sul suo futuro pende però una minaccia, un neo da estirpare: l'essersi inserita nel settore elettronico, per il quale occorrono investimenti che nessuna azienda italiana può affrontare"[6]."

    Insomma: non avevano capito una mazza.

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  3. quella del complotto con gli americani mi ha fatto francamente ridere...

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