12 gennaio 2014

Addio, Punto

Nell'intervista di qualche giorno fa a Repubblica, Sergio Marchionne ha spiegato il futuro di Fiat in Italia.

Un futuro con sorpresa. Cerchiamo di capirci qualcosa.

Oggi Fiat-Chrysler produce in Italia in 4 stabilimenti. Lo stabilimento di Torino Mirafiori produce poco o nulla, qualche Alfa Mito e poco altro. Mille operai sono stati spostati a Grugliasco, alle porte di Torino, dove producono le Maserati negli stabilimenti un tempo della Bertone.
Pomigliano è dedicato alla Panda, Cassino sforna la Giulietta, la Bravo e la Lancia Delta e infine Melfi la Punto.

In futuro, spiega Marchionne, nel "polo Mirafiori-Grugliasco si faranno le Maserati, compreso un nuovo suv e qualcos'altro che non le dico. A Melfi la 500 X e la piccola Jeep, a Pomigliano la Panda e forse una seconda vettura. Rimane Cassino, che strutturalmente e per capacità produttiva è lo stabilimento più adatto al rilancio Alfa Romeo".

Dunque Fiat punta su automobili che possono offrire un maggior guadagno, un pò come fanno i produttori tedeschi. Costruire auto più costose, che offrono più alti margini di guadagno è la via obbligata se si vogliono fare profitti mantenendo la produzione in paesi con costi elevati.

Una scelta razionale che rischia di spazzare via le auto destinate al grande pubblico, il mass market come l'ha definito Marchionne. Il piano di Marchionne non comprende infatti la Punto.

La casa automobilistica che ha venduto le Uno, le 1100, le 500, eccetera agli italiani, adesso pare rinunciare ai modelli popolari. Certo ci saranno le 500 e le Ypsilon polacche e le 500L prodotte in Serbia, e magari qualche utilitaria prodotta in Brasile o altrove, ma la novità è clamorosa.

E la ragione è semplice: il mercato italiano è crollato. Non ha senso in questo momento pensare a una nuova Punto, destinata a essere venduta a 10-15 mila euro: richiederebbe forti investimenti che darebbero luogo a profitti solo a fronte di grandi numeri di auto prodotte e vendute.



2 commenti:

  1. Nei mie 74 anni ho comperato solo auto italiane (salvo una Focus perche' costretto dall'assenza di una familiare italiana decente). Mi sono ingugnato roba arruginevole per stupido patriottismo. Nonostante fossi liberale non mi sono troppo lamentato per le valanghe di soldi pubblici regalati agli Agnelli. In quanto liberale riconosco che Marchionne e Rampollo possono fare quel cavolo che pare a loro. Però, visto che i marchi Alfaromeo e Lancia furono regalati alla Fiat per rilanciarli come italiani e visto che Il marchio Fiat verrà sostituito, direi proprio che detti marchi converrà farne omaggio al bel paese incartati con po' degli svariati miliarduzzi messi in tasca agli Agnelli. Con un governo di ex-comunisti, nazionalisti e filo-operaisti + frange ex-berluschine abituate a robe come Alitalia, sono certo che rinascerà un'industria pubblica nel settore automobilistico.

    Ahime', sarebbe una cazzata, ma verrebbe proprio voglia di farla.
    Marchionne non poteva essere più fortunato: l'Italia è in sfacelo e nessuno gli dice niente.
    Speriamo che Marchionne, abbia un briciolo di coscienza.
    Quella che gli altri 'potenti' non hanno.

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