24 aprile 2014

Henry Ford

Henry Ford, il noto fondatore della casa automobilistica che prende il suo nome, è noto per aver parlato male delle banche: "meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario - disse Ford- altrimenti scoppierebbe una rivoluzione".

Ma lui, Henry Ford, lo capiva?

Stando a Kenneth Galbraith, che ne parla a pagina 217 e 218 di Soldi (Mondadori), si direbbe proprio di no.

Nel 1932-33, nel bel mezzo della crisi economica che sconvolse gli USA e l'Europa, si assisteva quasi ogni fiorno alla corsa agli sportelli. I clienti delle banche non fidandosi più della solidità del sistema bancario e della solvibilità delle banche andavano a ritirare i loro soldi. Si formavano code di clienti in attesa di portare a casa un gruzzoletto di contanti, nel timore che le banche fallissero.

Una delle banche in difficoltà era la Union Guardian Trust. Ford e le sue imprese avevano tre conti presso la banca di 7,5 milioni, un altro di 17,5 milioni presso la Guardian Trust Company e circa 25 milioni alla First National Bank of Detroit.

Nel tentativo di salvare la Union Trust si chiede di "subordinare le sue esigenze a un prestito di salvataggio. Era un dovere civico", scrive Galbraith. Ma Ford dice no, ritenendo sbagliato il salvataggio, e che tutto sommato il fallimento non era una cattiva esperienza.

Il giorno dopo il governatore del Michigan chiuse tutte le banche e "tre settimane dopo, quando Roosevel assunse i poteri, erano ancora aperte soltanto le banche del Nordest", continua Galbraith.

Ford riteneva che la gente non capisse il funzionamento di banche e sistema monetario. Ma neanche lui l'aveva capito, convinto che il sistema bancario fosse in contrasto con l'industria al punto da poterne causare la fine.

10 commenti:

  1. Cosa capisse Ford non lo so,
    però il tuo intervento suona un po' troppo a favore del sistema in essere.
    E' fuor di dubbio che una collettività ha *bisogno* di qualcosa che faciliti il *baratto* (scambio di ricchezze presenti) e che consenta il *credito* (scambio di ricchezze presenti con ricchezze future) a cui si aggiungono imprescindibili necessità di *controllo*.
    Però qualsiasi sistema, in essere o pensato, è solo un fatto organizzativo umano, quindi soggetto a critiche e suggerimenti.
    Moneta e Banche non derivano da una legge di natura e non meritano genuflessioni a prescindere.
    Anche tu, mi pare, negli anni hai un po' modificato i tuoi giudizi,
    e questo è un tuo merito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ford era convinto che le banche avrebbero distrutto l'industria cioè i suoi interessi... e questo era opportuno sottolinearlo, come la sua ignoranza e le conseguenze delle sue scelte. Come risposta a chi cita tizio o caio per dimostrare certe teorie ridicole.

      non abbiamo neanche bisogno dell'industria o di tante altre cose, volendo.. però le abbiamo e ci aiutano a vivere meglio.

      Elimina
    2. Sì, invece di invocare l'opinione di questo o quest'altro è meglio fare le proprie *proposte*, argomentarle ed essere disposti a ragionarci su.

      Non è questione di fare a meno dell'industria, ma di farla meglio.

      E se poi vuoi proprio parlare di industria, quando una bella fetta te la strappano gli altri, il problema è vedere se ci se la può riprendere, magari disposti a verificare se la cosa è una fortuna e non una disgrazia (puo' capitare se c'è altro da fare più remunerativo e meno soggetto alla concorrenza).


      Elimina
    3. l'industria e le imprese in generale passano di mano. Chi guadagna con la propria attività economica poi investe in altre imprese. E' già successo. Ad es. negli anni 80 c'era il boom giapponese. I giapponesi compravano grandi pezzi di america e minacciavano l'europa

      poi europa e usa hanno ricominciato a guadagnare e a riprendersi le aziende acquistate in precedenza dai giapponesi

      Elimina
    4. proposte.. hai letto il post su intesa e unicredit? quella è una mia (banale) idea che spiego a amici da tempo: usare la crisi per ristrutturare le imprese, metterle insieme, creare realtà migliori e + competitive

      Elimina
    5. no, non l'ho visto, se mi dai il link leggerò con interesse.

      certamente ristrutturare ... e rendere + competitive è necessario
      idem combattere evasione e corruzione
      idem ridurre costi della politica e della burocrazia
      ma l'Italia ha perso i suoi mercati
      e dovrebbe capire come sostituirli

      Elimina
    6. http://www.econoliberal.it/2014/04/laccordo-di-unicredit-e-intesasp.html

      Elimina
    7. sembra una buona cosa ed e' vero che normalmente dai casini si può uscire con tanti piccoli interventi ben fatti, credo però che oggi noi non si sia in una situazione normale e che servano interventi radicali (nuovo modello di sviluppo)

      Elimina
    8. il problema è che ci arriviamo solo adesso e per iniziativa di un paio di banche.. dovrebbe essere la conseguenza di una scelta di politica economica, che non c'è

      Elimina
  2. Forse si chiedeva: perché un'azienda (come la sua) può fallire e le banche no ?

    RispondiElimina

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...