Stark ha rilasciato un'intervista al Financial Times che Krugman critica pesantemente. Secondo Stark la presenza di un basso livello di inflazione (vicino allo zero) sarebbe positivo perché aumenterebbe i salari in termini reali, spingendo le famiglie a consumare di più.
E' un errore banale, spiega Krugman: sarebbe vero se i salari aumentassero -supponiamo- del 3% sempre, sia che l'inflazione sia del 2,5% sia nel caso in cui l'inflazione sia dello 0,5%. Invece i salari aumentano del 3% se l'inflazione è del 2,5% e dell'1% se l'inflazione è dello 0,5%.

"Che un ex funzionario monetario di altissimo livello non capisca una cosa del genere lascia veramente sbalorditi" prosegue Krugman, che si stupisce anche perchè Stark aggiunge che non esiste un pericolo di deflazione in Europa e che, se mai ci sarà, la colpa (della deflazione) sarà di chi oggi lancia l'allarme su una possibile deflazione.
Ora vien da chiedersi: perchè Stark nega il rischio di deflazione e spiega che il basso tasso di inflazione è positivo anche se ciò non è vero?
Le possibili risposte sono due.
La prima è che l'ex capo economista della BCE non capisca molto di economia o che abbia imparato teorie contestabili.
La seconda è che Stark, non accettando l'idea che la BCE possa mettere in pratica interventi straordinari per combattere il rischio di deflazione, provi a negare tale rischio, raccontandoci che la bassa inflazione ha solo conseguenze positive.
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