10 maggio 2014

Moneta e riforme

"Fornire un metodo per assicurare in futuro le necessarie fluttuazioni del prezzo dell'oro..sembrerebbe una proposta ragionevole e conservatrice".

La frase è riportata da John Kenneth Galbraith (in Soldi, Mondadori, pag.236) mentre illustra la riforma monetaria proposta dal professor George Warren e poi adottata, con scarso successo, da Roosevelt.

Perchè la frase sia interessante lo si capisce in seguito: "l'allusione di Warren al conservatorismo non era casuale. Egli era infatti convinto che, manipolando il presso dell'oro, si sarebbero potuti evitare moti altri interventi pubblici in senso riformistico, compresa buona parte del programma agricolo [Warren si occupava di agricoltura alla Cornell University] del New Deal. E ciò gli sembrava auspicabile. Fu insomma il primo di una serie di riformatori monetari..che hanno sperato di rendere superflui con i loro ritocchi ulteriori e più generali interventi governativi".

"Sono radicali nella teoria monetaria perchè sono conservatori in politica" conclude Galbraith.

E non è un caso, aggiungo io, che chi oggi predica l'uscita dall'euro appartenga spesso a movimenti politici molto conservatori.

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