15 gennaio 2015

Crollo di Zurigo

Oggi è una giornata che molti esperti di finanza e di cambi ricorderanno a lungo per l'improvvisa decisione della banca nazionale svizzera di abbandonare il cambio minimo a 1,20.

La crisi e soprattutto le incertezze degli ultimi anni hanno spinto molti investitori a scegliere la Svizzera come porto sicuro dei capitali, lontano da rischi di ribaltoni politici o fiscali. La conseguenza è che poco per volta il franco svizzero s'è apprezzato, fino a raggiungere quota 1,20 contro l'euro.

A quel punto la banca centrale svizzera ha detto basta, passando a un cambio quasi fisso: la moneta poteva svalutarsi (passando per esempio a 1,21) ma non rivalutarsi (passando a 1,19, oppure a 1,18). La ragione di tale provvedimento era semplice: la rivalutazione del franco stava mettendo in difficoltà le imprese svizzere, per le quali diventava sempre più difficile esportare, mentre rendeva convenienti le importazioni dall'area euro.

La speranza nascosta nel provvedimento era che prima o poi il flusso di capitali verso la Svizzera finisse, lasciando un franco libero di muoversi vnei confronti dell'euro in ambo le direzioni.

Tutto ciò non è accaduto.

I capitali nell'area euro non hanno ripreso a muoversi come succedeva prima del 2008. I paesi con economie migliori attirano capitali che fuggono dai paesi più deboli.

Oggi all'improvviso la banca centrale elvetica ha deciso di annullare la decisione di 3 anni fa relativamente al tasso minimo. In un attimo 3 anni di tasso di cambio congelato a 1,20 sono spariti e il franco s'è rivalutato di colpo passando da 1,20 a 0,85 per poi risalire poco sopra 1.

Chi possiede titoli in franchi starà festeggiando. All'improvviso si trova più ricco. Ma per l'economia reale, son dolori. Esportare sarà molto più difficile. I prodotti stranieri diventeranno molto più convenienti. Chi andava in Svizzera a fare compere sfruttando la minore imposizione fiscale, rinuncerà. Le imprese che si sono spostate in Svizzera per sfuttarne i benefici fiscali (se n'era parlato qui), penserà di non aver fatto un buon affare.

Cosa succederà in futuro? Difficile dirlo. La decisione della banca centrale è stata accompagnata da una riduzione dei tassi, ormai negativi, passati a -0,75%. E' un provvedimento che dovrebbe far risalire l'euro nei confronti del franco, riducendo l'eccesso di capitali in Svizzera, causa della rivalutazione della moneta. Ma almeno per adesso i mercati non sembrano essersi accorti del calo dei tassi.

Di sicuro le decisioni di congelare il cambio, tre anni fa, e di lasciarlo libero di fluttuare, oggi, insegneranno molto agli economisti. Si capirà nei prossimi mesi se la scelta di forzare il mercato è stata saggia o avrà prodotto svantaggi.

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