14 gennaio 2015

Quando la Fiom scommetteva sul disastro Fiat

"Siamo contenti che anche il segretario della Fiom, Maurizio Landini, abbia detto bravo a Marchionne per l'annuncio delle assunzioni di Melfi. Peccato che la sua sia una conversione un po' tardiva. Se non fosse stato per la Cisl e per gli altri sindacati, la Fiat avrebbe chiuso tutti gli stabilimenti in Italia".

Sono parole di Annamaria Furlan, segretario generale della CISL, che commenta le dichiarazioni di Landini sulle 1.500 assunzioni di Fiat (FCA) a Melfi. Parole cheforse riflettono vecchi rancori, visioni differenti dei rapporti tra sindacato e Fiat: molto più accomodante quello della CISL rispetto a quelli della Fiom-CGIL.

Quest'ultima una decina di anni fa era certa che la Fiat avrebbe regalato ai lavoratori solo pagine amare, come testimonia questo articolo del Corriere: http://archiviostorico.corriere.it/2004/giugno/06/Fiom_rilancia_vanno_aumentati_salari_co_9_040606027.shtml

L'allora segretario della Fiom Rinaldini spiegava che la famiglia Agnelli era destinata a abbandonare il controllo di Fiat, destinata a finire nelle mani delle banche (L' attuale piano, secondo il leader della Fiom, è destinato a consegnare la Fiat nelle mani delle banche: «Se le cose rimangono così, nel 2005 queste convertiranno in azioni il debito della Fiat (3 miliardi di euro ricevuti in prestito, ndr.) e a quel punto avranno il 28% del capitale contro il 20% in mano alla famiglia Agnelli. Se questo avverrà, le banche rientreranno del loro capitale con un' azione di spezzettamento e scorporo».). Idea senza senso, perchè le banche non avrebbero avuto le competenze necessarie a gestire una complessa impresa industriale e perchè un eventuale spezzatino di Fiat avrebbe voluto dire la fine dell'impresa, ipotesi assai impopolare a cui si sarebbe opposto anche il mondo della politica, o almeno la parte più responsabile.

La Fiat in mano della banche secondo Rinaldini avrebbe comportato la chiusura dello stabiliemnto di Mirafiori. Altra previsione errata, come quella di un polo del lusso (Davanti a questa prospettiva -chiusura di Mirafiori- continua Rinaldini, la soluzione (in passato attribuita a Montezemolo) non può essere il polo del lusso: «Se la proposta fosse quella di un polo tra Ferrari, Maserati e Alfa Romeo, per la Fiom non è migliore del piano attuale»). 

 Sarà proprio il polo del lusso, cioè la costruzione di Maserati, Alfa Romeo e altre auto a alto valore aggiunto a dare un futuro a Mirafiori, che non sarà salvato, come invece sperava Rinaldini, con l'intervento dello Stato.

Insomma, fa bene la segretaria della CISL a rimproverare i colleghi della Fiom, che su Fiat non ne hanno azzeccata una. Neanche per sbaglio. Puntavano a una Fiat pubblica che finanziasse con soldi pubblici la costruzione di auto a basso valore aggiunto, e si ritrovano una Fiat privata che punta su modelli a alto valore aggiunto e invece di chiudere gli stabilimenti, assume.

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