La decisione della Banca Centrale Europea di realizzare il cosiddetto quantitative easing, vale a dire di acquistare enormi quantità di titoli pubblici (60 miliardi al mese) sull'esempio della FED americana, ha spinto ancora più giù i tassi di interesse. Con quali effetti?
Il quantitative easing serve a finanizare le banche, con la speranza che queste, cedendo titoli in loro possesso, finanzino imprese e consumatori.
L'abbondanza di capitali offerti fa scendere i tassi di interesse e questo non può che produrre effetti positivi.
Effetti positivi anzitutto per lo Stato: la spesa pubblica comprende la spesa per interessi pagati sul debito pubblico. Un calo dei tassi non può che far bene ai conti pubblici. Alcuni effetti positivi si sono già visti nel 2013 e nel 2014, altri risparmi ci saranno quest'anno.
Il tasso medio di interesse dei titoli di stato emessi nel 2011 è stato del 3,61%, del 3,11% nel 2012 e del 2,08% nel 2014. Considerando che le emissioni in un anno superano i 400 miliardi di euro, un tsso che scende di un punto percentuale, significa un risparmio di 4 miliardi.
Se consideriamo che in passato si sono emessi titoli con rendimenti molto superiori, avere per lungo tempo tassi molto bassi può significare un risparmio di decine di miliardi di euro.
Lo stesso vantaggio appartiene alle imprese, entusiaste del quantitative easing, che avrà l'effetto di ridurre i costi cioè la spesa per interessi delle imprese.
Anche perchè i tassi bassi riducono l'incentivo a risparmiare. La deflazione, vale a dire il calo dei prezzi, spinge i consumatori a rinviare l'acquisto. Il consumatore rinvia l'acquisto di beni durevoli se pensa che in futuro i prezzi caleranno. Tenendo i soldi in banca, guadagna qualcosa. Ma se i tassi sono molto bassi, è meno forte l'incentivo a rinviare l'acquisto.
I tassi bassi hanno molti vantaggi, ma comportano anche qualche svantaggio. I fondi pensione per esempio investono i soldi dei lavoratori con l'obiettivo di dare molti anni dopo un reddito al lavoratore. In presenza di tassi bassi, ci sono due possibilità: investire in attività più rischiose oppure aumentare la somma versata al fondo pensionistico.
Nel primo caso l'effetto potrebbe essere un aumento del risparmio precauzionale: chi rischia di subire perdite risparmia un pò di più per far fronte a tali perdite. Nel secondo un maggior risparmio può essere necessario per garantire lo stesso assegno pensionistico in presenza di rendimenti minori del fondo.
Un altro effetto dei tassi bassi riguarda gli investimenti. Chi investe una certa somma in un'attività redditizia, sa che il rendimento dei titoli di stato sono un termine di paragone importante. Per esempio chi acquista un immobile per poi darlo in affitto, sa che gli stessi soldi renderebbero ad esempio un 5% se investiti in titoli di stato. Così investe solo se pensa di poter guadagnare di più, altrimenti gli converrebbe comprare titoli di stato.
Con tassi molto bassi, c'è un vantaggio: conviene investire in un'impresa anche se rende poco. Ma c'è anche l'altro lato della medaglia: chi investe può sceglier di accontentarsi di un rendimento basso, evitando di migliorare l'impresa.
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