07 gennaio 2015

Estremisti, e soldi

Da qualche giorno sto leggendo un libro di diversi anni fa, Al Qaeda, di Jason Burke, giornalista di The guardian.

La scoperta sorprendente che si fa leggendo il libro è che Al Qaeda non è l'organizzazione ben strutturata che ci siamo immaginati in questi anni, ma un pezzettino di una galassia molto più complessa, fatta di estremisti che interpretano in modo estremo la religione islamica e per questo sono pronti a morire compiendo attentati e combattendo con le armi in mano.

E non si tratta di un fenomeno minoritario o della degenerazione di un islam pacifico. E' una visione estremista figlia di una interpretazione estrema della religione che è dominante in molti paesi del golfo persico, a cominciare dall'Arabia Saudita costruita sui principi wahabiti. Tali stati e i suoi ricchissimi dirigenti hanno esportato la loro idea di islam nei paesi islamici poveri, e l'hanno fatto proprio perchè sono poveri.

L'Afghanistan, spiega Burke, per decenni ha avuto problemi economici gravi, era incapace di finanziare la spesa pubblica con le imposte. Per questo il paese ha stretto legami prima con americani e sovietici e poi ha accettato i soldi dei paesi del golfo.

Una buona parte dei soldi ha finanziato università e scuole islamiche, che hanno diffuso la visione estrema della religione islamica e preparato migliaia di persone a combattere e a morire per realizzare gli ideali islamici.


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