02 gennaio 2015

2015

Cosa possiamo dire dell'economia italiana nel 2015?

L'anno che si apre porta qualche aumento, come sempre. Ma se non deve stupire più di tanto la scelta del governo di portare l'IVA sul pellet al 22% (perchè mai chi usa il pellet dovrebbe pagare meno IVA di chi usa altre fonti di energia?) o, per la stessa ragione, sulle sigarette elettroniche, meno comprensibile invece è l'aumento dei pedaggi autostradali, perchè nel 2014 s'è registrato un tasso di inflazione negativa e quindi sarebbe lecito aspettarsi se non un calo, certamente non un aumento delle tariffe.

Tanto più che il calo del petrolio sta portando alla riduzione del prezzo dei carburanti e questo persumibilmente farà aumentare i transiti autostradali e quindi le entrate delle società concessionarie.

I prezzi dell'energia in calo favoriranno l'economia (è buona cosa che si sia riusciti a anticipare di 3 mesi i cali dei prezzi di energia elettrica e gas metano) e i consumi. L'aumento di questi ultimi è indispensabile per la ripresa dell'economia. Ben venga quindi la scelta del governo di confermare gli 80 euro che, si spera, in un clima economico meno negativa verranno spesi.

Ci sono diversi segnali di un'inversione di tendenza, dalla recessione del triennio 2012-2014 a una piccola ripresa prevista nel 2015, ma non mancano le incertezze. Sul piano interno sono legate alle riforme: funzioneranno?

Il jobs act per esempio promette di eliminare tutti gli ostacoli agli investimenti stranieri, ma gli investimenti di solito si fanno un funzione delle attese di crescita di un mercato e una riforma del diritto del lavoro che promette di rendere più facili i licenziamenti rischia di rendere più inquieti i lavoratori e di spingerli a ridurre i consumi per far fronte ai periodi difficili.

Sul piano internazionale sono tanti gli elementi che potrebbero turbare il 2015: dalle vicende politiche e economiche della Grecia, ben lontana dall'aver risolto i suoi problemi, ai conflitti che possono influenzare il prezzo del petrolio o richiedere eventualmente un impiego di forze armate occidentali con conseguenti timori di "vendette" terroristiche.

Ma è soprattutto in Europa che si giocheranno le partite importanti per l'economia italiana. Cosa farà la Banca Centrale Europea, stretta tra il desiderio di politiche espansive di molti stati e quindi di una politica monetaria super-accomodante e una Germania che imperterrita sostiene la necessità di politiche di austerità ormai sconfitte dai fatti ma ben salde nella mente di Merkel e soci?

Un allentamento dei vincoli economici, richiesto da molti paesi, può voler dire un 2015 più sereno, ma anche meno gioioso per gli imprenditori tedeschi, veri beneficiari di un'austerità che per così dire uccide i loro concorrenti francesi e italiani.

Quindi un 2015 con buone prospettive ma anche con molte incognite, che saranno svelate nel corso dell'anno. In ogni caso, buon anno a tutti!

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