08 marzo 2012

Miracolo di Draghi?


Stasera alle 21 il mondo potrebbe cambiare faccia...o forse no. A quell'ora scade il termine ultimo entro il quale i possessori di titoli di stato greci devono decidere se aderire allo scambio (swap) tra i vecchi titoli greci, che ormai non valgono più nulla, e nuovi titoli che promettono di restitire parte dei soldi nei prossimi anni a tassi ragionevolmente bassi.

I dati che arrivano ora dopo ora fanno pensare che almeno il 75% dei possessori di titoli accetterà lo swap. In questo caso scatterebbe una clausola dell'accordo, secondo la quale il governo greco può costringere tutti i possessori di titoli a accettare lo scambio.

Se lo swap va in porto, gran parte del merito è di Mario Draghi, che, finanziando le banche europee a tassi dell'1%, ha offerto loro una fonte di guadagno sicura con cui coprire, nei prossimi anni, la perdita derivante dallo swap.


Le banche europee si finanziano pagando l'1% alla BCE e usano i soldi per comprare titoli italiani e spagnoli, che pagano un tasso più alto di 3-4 punti. L'acquisto di titoli di stato italiani e spagnoli, inoltre, fa scendere i tassi pagati dai rispettivi governi e libera risorse private destinate a altri impieghi, aiutando perciò le economie italiana e spagnola.

Cosa succederebbe se non si raggiungesse il limite del 75% di adesioni allo swap?

Difficile dirlo. Il rischio principale, anche se si superasse la soglia del 75% ma non quella del 90% è che i possessori di credit default swap possano chiedere il rimborso delle perdite agli emittenti. I credit default swap sono, in pratica, polizze assicurative che comprono chi li acquista dal rischio di fallimento di un'impresa o di uno stato. Chi li emette, riceve una somma al momento dell'emissione e paga se si verifica il fallimento dell'impresa o dello stato.

Se banche e assicurazioni fossero costette a rimborsare chi ha subito perdite, potremmo assistere a una fuga di capitali, che abbandonerebbero chi può subire perdite, ovvero chi ha emesso credit default swap, ma anche chi possiede azioni di società che rischiano di subire perdite consistenti.

L'effetto a catena potrebbe provocare, secondo qualche stima, perdite complessive per 1000 miliardi di euro. A questo si aggiungerebbero i timori per le perdite non dichiarate da qualche banca e le incertezze per la successiva evoluzione della situazione greca. Perchè di fatto, se non si raggiunge il 75% di adesioni allo swap, c'è il rischio che la Grecia fallisca e che entrino i campo schiere di avvocati che cercherebbero di ottenere il più possibile per i loro clienti, districandosi in una jungla di norme e di tribunali.

Insomma uno scenario tutt'altro che piacevole che forse vanifcherebbe il gran lavoro di Draghi e farebbe ripiompare l'Europa o forse il mondo in uno scenario simile a quello del 2008, quando fallì Lehman Brothers.

49 commenti:

  1. http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=783:dan-denning&catid=39:politiche-economiche&Itemid=176

    cosa ne pensi di questo scritto? a me sembra intriso da una logica complottistica simile a quella dei signoraggisti, e anche contraddittorio. Prima scrivono che il salvataggio della Grecia non serve a salvare l'euro, poi che la ristrutturazione del debito serve a salvare il sistema finanziario europeo

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  2. i soliti che non capiscono molto...

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    1. Loro stanno sempre dalla parte del "privato", qualunque cosa esso sia, per partito preso. La sintesi di quell'articolo è più o meno, POVERI HEDGE FOUND!

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    2. usemlab, cercando nel sito, è composto da una persona che dice di essersi formato presso la scuola austriaca (che è comese un filosofo dicesse: mi sono formato presso la scuola di platone...) + un informativo che si occupa del sito... con collegamenti poi con gente come leonardo facco, un editore di destra con un passato da leghista

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    3. La filosofia, da Platone ad oggi, non ha avuto grandi evoluzioni. Mentre l'economia si evolve e cambia molto più in fretta, anche in virtù del progresso tecnologico-informatico, delle nuove scoperte matematiche(per esempio la teoria della mano invisibile, e l'ottimo di Pareto, sono state smentite a livello matematico da oltre 40 anni!) ecc...
      Quindi i fan della scuola austriaca, sono più simili a un astronomo che nel 2012 sia ancora convinto che il pianeta Terra sia il centro immobile dell'universo, e il sole e le altre stelle ci girino intorno!

      Comunque grosso modo Usemlab è una specie di setta economica di gente fissata con l'oro, convinti che abbia un valore intrinseco e immutabile, e sia destinato a tornare in auge come moneta, e rimpiazzare quella che loro chiamano "carta straccia"(cioè l'attuale moneta fiduciaria)
      Mentre da quello che ho capito io(che sinceramente non ho una grande cultura economica) l'oro è solo una materia prima come un'altra, forse a differenza di altre tende ad essere un po' più stabile nel tempo, e a variare di valore più lentamente, però anche l'oro si può svalutare, non è un investimento sicuro al 100% ma il suo prezzo dipende dall'andamento del mercato e dell'economia globale.

      PS. oggi Facco è un antileghista, se non sbaglio ha scritto anche un libro in cui racconta tutte le malefatte e gli "scheletri nell'armadio" di Bossi, e del suo partito

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    4. ma ci sono altri oltre a quello che dice di essere andato a scuola con gente morta da un pezzo?

      facco è soprattutto un fascistone, mi sa

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    5. Nei manicomi è pieno :-)))

      Comunque quello dice di essere andato a scuola da un certo Huerta de Soto, che a quanto scrivono su wikipedia ( http://it.wikipedia.org/wiki/Jesus_Huerta_de_Soto) è ancora vivo e vegeto!

      Facco attualmente è presidente di questa associazione ( http://www.movimentolibertario.com/ ) e si dichiara ANARCO-CAPITALISTA, che sinceramente non ho mai capito cosa cazzo significhi, mi sembra quasi un ossimoro.

      Ps. ma sull'oro cosa ne pensi? può essere conveniente, e considerato "bene rifugio" anche ai prezzi attuali? o gli "anarco-capitalisti" hanno torto anche su quello?

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    6. a me pare che l'oro sia un bene rifugio, come altri...ad es il franco svizzero

      la crisi spinge verso beni-rifugio ma dopo una crescita notevole, un investimento in oro diventa molto rischioso soprattutto perchè non ci sono altre buone ragioni che muovono il prezzo dell'oro oltre agli investimenti per tutelarsi dai rischi

      quindi se il rischio scende, fa scendere il valore dell'oro

      di oro avevo scritto qualcosina qui http://econoliberal.blogspot.com/2011/06/scommessa-sulloro.html

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    7. http://www.soldionline.it/pictures/20100421/prezzo_oro_inflazione_1.png

      Concordo, se guardi il grafico che ho linkato sopra, chi avesse comprato oro tra il 1980 e il 1981, e l'avesse tenuto per qualche mese, si sarebbe ritrovato a perdere oltre il 50% dell'investimento. Oggi quella situazione rischia di ripetersi, in un futuro più o meno lontano, tra mesi o anni, quando l'incertezza legata alla crisi dovesse attenuarsi, l'oro potrebbe perdere valore in tempi brevissimi, come è successo negli anni '80!

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    8. allora è salito per la crisi petrolifera di fine anni '70

      l'oro conviene se pensi ci sia una crisi imminente

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    9. Si infatti quelli di Usemlab sono convinti che questa crisi non si risolverà mai, anzi porterà al collasso totale di tutte le economie mondiali, e alla guerra tra le maggiori potenze(USA-Cina). Secondo me la loro è una visione troppo catastrofica!

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    10. quelli? ma quanti sono? io ho trovato solo 1 persona

      catastrofisti...

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    11. Se leggi tra i commenti, sembra che abbiano almeno 10-20 seguaci

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  3. mi pare abbiano avuto oltre l'80 % di aderenti, vi risulta?

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  4. http://it.euronews.com/2012/03/09/adesioni-all858-percent-per-lo-swap-greco-fallimento-evitato/

    85.8%, direi decisamente oltre le aspettative ;)

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  5. X ANDREA che scrive: ... Mentre l'economia si evolve e cambia molto più in fretta, anche in virtù del progresso tecnologico-informatico, delle nuove scoperte matematiche(per esempio la teoria della mano invisibile, e l'ottimo di Pareto, sono state smentite a livello matematico da oltre 40 anni!) ecc...

    Ai miei tempi Pareto era citato per la constatazione che "alla lunga il 20% della popolazione s'impadronisce dell'80% della ricchezza", come sarebbero oggi le % ?

    Colgo l'occasione per dispiacermi dell'assenza di Paoletta dai vostri conversari (parlava forte e chiaro). Ho paura d'essere stato io la causa: se mi legge l'assicuro che non la provocherò più.

    Gino

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    1. Pareto diceva anche che in un mercato libero e PERFETTAMENTE CONCORRENZIALE, l'allocazione delle risorse è ottimale, e tale che non si possa migliorare la condizione di qualcuno, senza peggiorare quella di qualcun'altro. Insomma secondo Pareto, se in un mercato libero e concorrenziale interviene lo stato, ad esempio per redistribuire e attenuare le differenze eccessive di reddito, si compromette l'efficienza dell'allocazione delle risorse.

      In realtà non tiene conto di 2 cose, un mercato perfettamente concorrenziale, può esistere solo a livello ideale, ma non è di questo mondo(vedi cartelli, o monopoli "naturali", come può essere anche Google).
      E oltretutto anche se fosse possibile un mercato concorrenziale, nel 1960 l'economista Herbert Scarf ha dimostrato MATEMATICAMENTE che bastano invece tre sole merci a far sí che un sistema liberista possa essere globalmente instabile, e non risulti affatto guidato dalla fantomatica mano invisibile.
      Quindi oggi sappiamo con certezza che sia la mano invisibile, che di conseguenza l'ottimo paretiano, sono solo astrazioni ideali, ma NON ESISTONO CONCRETAMENTE, e in un mercato in cui si scambiano più di 2 merci, non possono esistere proprio per un limite matematico. L'ottimo paretiano non potrebbe esistere nemmeno se fosse possibile eliminare totalmente qualsiasi ostacolo alla libera concorrenza!

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    2. già...ma a chi ama pareto non interessa delle dimostrazioni matematiche..

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    3. Appunto, fino a circa 50-60 anni fa si poteva credere nell'ottimo paretiano, e nella mano invisibile, anche in perfetta buonafede, ma chi oggi tiene ancora in considerazione queste teorie come capisaldi dell'economia, è o ignorante, o più probabilmente in malafede!

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  6. infatti. Pareto è un eroe della destra + egoista

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  7. paoletta segue lo spread: se sale appare, se scende scompare

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  8. a proposito di Pareto: se n'era parlato qui http://econoliberal.blogspot.com/2011/05/come-difendere-la-diseguaglianza-senza.html

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  9. Anche ai miei tempi (50 fa) nessuno più credeva al mercato perfetto e di Pareto si considerava solo il buono (il 20%-80%). Io ho chiesto che risulta sbagliato anche questo (ovvio che se oggi il 20% detenesse il 90% Pareto avrebbe ancor più ragione). Fra l'altro è un'argomento che dimostrerebbe l'inutilità dell'imposta diretta e progressiva (Monti, certo per sbaglio, ne ha detta una giusta)

    Ai miei tempi stava venendo di moda la matematica in economia (Modigliani) e a me mi convinceva poco. Visto i risultati, avevo torto?

    gino

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    1. Non sono d'accordo, la matematica è la scienza delle quantità, e l'economia senza nessuna quantificazione, non ha senso, sarebbe pura filosofia e astrazione.
      Il punto debole di molti economisti, è proprio quello di ridurre la loro materia a filosofia, ideologia e politica, senza tenere conto della matematica, cioè della fattibilità concreta delle loro idee filosofiche e politiche.
      Se all'economia gli togli la matematica, non rimane niente di scientifico, solo chiacchiere!

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  10. Che l'economia non sia scienza è l'unica cosa che ho imparato ad economia. Ma la matematica è uno strumento, se lo usi partendo da delle chiacchiere, cosa otterrai?
    Ad ogni modo quel che conta sono i risultati, forse sono male informato.

    Ma io avevo chiesto del 20-80 di Pareto

    gino

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    1. L'80-20 di pareto, è una legge empirica, cioè s'è semplicemente limitato a calcolare qual'era la distribuzione della ricchezza ai suoi tempi, e ha osservato che nella maggior parte delle economie capitaliste ottocentesche era di 80-20.
      Per esempio in Italia(paese in cui il mercato non è liberista) è grosso modo 65-35(secondo i dati della Banca d'Italia sulla ricchezza delle famiglie), all'estero invece non saprei. Cmq dove c'è un'economia di mercato liberista, senza nessun tipo di redistribuzione, la tendenza dovrebbe essere grosso modo quella indicata da Pareto, se non anche più diseguale. Ma comunque si tratta di una "legge empirica" che non ha una valenza scientifica, ma è solo un'indicazione, e può variare anche in maniera consistente.
      Per concludere, l'economia non è una scienza, ma se gli togli totalmente il supporto della matematica, diventa Filosofia, cioè FUFFA!

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    2. Scusa, volevo scrivere che oggi in Italia è 65-20, cioè il 20% più ricco, possiede il 65% delle ricchezze, mentre al restante 80% si spartisce il 35%!

      la situazione è meno iniqua rispetto ai tempi di Pareto

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  11. Quando studiai statistica economica Merlini ci dimostrò che la teoria dice che la distribuzione dei redditi dovrebbe essere secondo una normale (una gaussiana per capirci), in realtà empiricamente la curva tendeva a ad assumere, con il tempo, la forma di una lognormale. In pratica la "moda", cioè il picco, tende a spostarsi verso i redditi più bassi, e la ricchezza si accentra in poche mani.

    A Gino dico che non sono completamente convinto che le imposte indirette permettano un'effettiva redistribuzione della ricchezza, pur riconoscendo loro molte qualità.

    Le imposte indirette per definizione sono le accise e l'IVA e per ottenere un'effettiva redistribuzione dovrei tornare alle origini: reintrodurre la cara (in tutti i sensi) vecchia aliquota del 37% sui beni di lusso. Anche se non credo che sia pià possibile

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    1. perchè no?

      non era il 38% ?

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    2. Per chi può permettersi ad esempio un Yacht, o un'auto costosa, non dovrebbe essere un problema concludere l'acquisto all'estero, fregandosene del fisco italiano. Meglio un IRPEF molto progressivo(tipo il 60-70% per i redditi sopra 500mila euro)!

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  12. 20-65? sarei contento di poter dire che Pareto era pessimista, speriamo siano dati veri.

    20-80 era certamente un'indicazione statistica, pare ricorrente anche in altre questioni legate al comportamento umano (voci che determinano il valore di magazzino, numero dei clienti che fanno il tuo fatturato ... questo in ambiente aziendale quando si è in presenza di grandi numeri).

    La matematica è certamente uno strumento utilissimo per quantificare i fenomeni noti e per derivarne verità non di per sé evidenti. Consente persino di ipotizzare realtà prima sconosciute (vedi la fisica). Permette di formalizzare la logica e quindi di evitare i possibili errori dovuti alla fallibilità umana (ma su questi metodi avrei da obiettare). Consente di trattare per via probabilistica i fenomeni complessi o di per se indeterminati. Questo è fuor di dubbio.

    Perché allora ho delle perplessità dell’uso della matematica nelle materie economiche? Perché ciò che riguarda il sociale muta con la velocità del vento. In Fisica le grandezze fondamentali non sono cambiate da quando hanno cominciato a misurarle. Invece l’Italia in 20 anni si trasformò da nazione agricola e analfabeta in nazione industriale (così come oggi succede in Cina, in India ecc.), una scoperta può cambiare le carte in tavola, la gente cambia opinione come si sveglia, può arrivare un Berlusca a far casino (per non parlare di un Bin Laden), sotto-sotto i banco-finazieri combinano disastri che esplodono all’improvviso, tutti i bilanci (pubblici e privati) sono falsi, alcuni bilanci sono più falsi degli altri, i controllori sono pagati dai controllandi genere ... come fare algoritmi per queste cose?

    Sarà fuffa, ma non ci sarebbe bisogno di qualcuno che dicesse che i controllori non vanno pagati dai controllandi?

    Quanto alle imposte ho già espresso il dubbio che "il mercato" operi a livello di redditi "netti d'imposta" e quindi che la "giustizia sociale" convenga cercarla per altre vie.

    Questo sarebbe vero anche per le imposte indirette, comunque io proverei con una IGE (meglio dell'IVA) fortemente progressiva, che sò? Maserati al 100%, Ferrari al 200%, Barca da un milione al 300%, Barca da 5 milioni al 500% :-)
    Ovvio che servirebbero trucchi addizionali: ad es. un bene di lusso che non ha pagato l'IGE in Italia non dovrebbe poter essere usato in Italia da un cittadino italiano e altre amenità del genere (naturalmente in un altro mondo).

    gino

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    1. Il mondo che cambia non è un problema, visto che la matematica si può applicare anche per studiare e quantificare fenomeni molto diversi tra loro.
      Comunque concordo che dietro la matematica debbano esserci anche idee, e una visione politica, però se ad esempio scopro che la MANO INVISIBILE(supportata da un orientamento politico liberale), dal punto di vista matematico è una cazzata, e non può esistere, la butto nella spazzatura tale teoria. E cerco un'altra soluzione pratica diversa, che possa concretamente "sposarsi" con la mia ideologia liberale.
      Il liberista che dice che la MANO INVISIBILE non va messa in discussione, ed è la matematica a sbagliare, è un povero cretino, che antepone l'ideologia alla realtà!

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    2. non occorre la matematica per capire qualcosa della mano invisibile... poi i modelli matematici funzionano quando le ipotesi sottostanti sono realistiche e si verificano nella realtà

      se cambiano le condizioni, come nel 2008, non servono a nulla

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    3. la matematica si può applicare a tutte le condizioni materiali quantificabili, quindi non vedo il limite.

      Per quanto riguarda la mano invisibile hai ragione, basterebbe osservare il funzionamento dei vari mercati, senza paraocchi. Ma in quel caso il liberista coi paraocchi, ti può sempre rispondere che sono le regole del gioco a non essere abbastanza liberiste, e a impedire la vera concorrenza e l'azione della mano invisibile. Mentre quando arriva la matematica a smontare la teoria della mano invisibile(o ottimo paretiano), a quel punto non esistono più scuse. Se nemmeno in un mercato ideale e perfettamente concorrenziale può esistere sta benedetta mano invisibile, figuriamoci nella realtà, in cui neanche la concorrenza perfetta non esiste!

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  13. matematica... la teoria dei giochi è ragionamento..e non sempre la logica che usano è ferrea, spesso fanno ipotesi banali e sbagliate...

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    1. potresti fare qualche esempio di questi errori logici?

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    2. basta che prendi un libro che si occupa di teoria dei giochi, leggi quel che c'è scritto... spesso si ragiona dicendo tizio pone questo problema e caio reagisce in questo modo... la reazione di caio è solo una delle possibili, mentre spesso è indicata come la sola logica e necessaria...

      se leggi ad es. micromotivazioni della vita quotidiana di thomas schelling che su queste cose ha vinto il nobel, ti rendi conto proprio che il comportamento ipotizzato in realtà è solo uno dei possibili comportamenti logici delle parti in gioco

      poi devo ancora leggere economia dell'identità, scritto da un altro nobel, famoso per il mercato dei limoni, che ha iniziato a collaborare con l'altro autore (autrice in realtà) del libro quando lei gli ha scritto che alcune ipotesi dei suoi modelli erano sbagliate

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    3. Si, alcuni esempi di teorie dei giochi sono illogici, o comunque non hanno applicazioni pratica.
      Ad esempio il dilemma del prigioniero spesso viene usato a sproposito.
      Però non tutti, alcune teorie dei giochi mi sembrano anche abbastanza realistiche, e verosimili

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    4. si tende a credere che ci sia dietro una logica rigorosa ma non è così..

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    5. D'accordo, ma non generalizzerei, alcuni modelli sembrano abbastanza verosimili.

      Per esempio se vai a questo link ( http://web.econ.unito.it/zanetti/economia/ch16/ch16.pdf ) tutti gli esempi sono molto semplicistici, la realtà è sempre molto più complessa, però secondo me alcuni hanno una certa valenza logica, non è tutto da buttare!

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    6. conosco il prof in questione... in effetti sono esempi con una certa valenza logica, ma da questo non si possono trarre x forza conclusioni logiche valide per analizzare realtà + complesse

      e tra l'altro le considerazioni che gli economisti d'impresa o industriali fanno a proposito di concorrenza e di altri argomenti correlati, sono regolarmente ignorate dai liberisti + radicali che sembrano ignorare i limiti delle loro teorie sempliciotte che emergono analizzando il mondo reale dell'industria

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    7. Appunto, i liberisti più radicali(tipo quelli che scrivono e commentano sul sito USEMLAB, insomma la SCUOLA AUSTRIACA) non vanno d'accordo con le analisi matematiche, e concrete della realtà economica, perché la loro è solo ideologia, basata su pregiudizi.

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  14. ANDREA dice:: Il liberista che dice che la MANO INVISIBILE non va messa in discussione, ed è la matematica a sbagliare, è un povero cretino, che antepone l'ideologia alla realtà!

    se questi sono i "liberali", allora io 50 anni fa "credevo" d'essere liberale

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    1. credevi alla mano invisibile?

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    2. io credevo d'essere liberale, ma se per esserlo occorreva credere alla mano invisibile, allora non lo ero (cosa ero dunque? essere o non essere?).

      Cosa combinate te e Marchionne? state mandando a puttane la Fiat per aver la scusa di cambiare residenza?

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    3. x me è molto chiaro quel che fa e vuole Marchionne... io ad es. dico qui da tempo che certe scelte sono dettate dai vincoli finanziari e mi pare che l'intervista di marchionne a mucchetti del Corriere confermi la mia intuizione

      vedo poi molti che fanno l'impossibile per non capire e equivocare.. non so se ci sia pressapochismo o ostilità

      lo stesso mucchetti qualche sera fa intervistato da Rainews ha spiegato di credere poco all'osservazione di Marchionne secondo cui la Volkswagen vorrebbe solo il marchio e non le fabbriche alfa romeo

      ma come si fa a pensare che volkswagen comprando alfa romeo si prenderebbe anche una o più fabbriche, visto che, tra l'altro, non mi risulta esserci una fabbrica solo alfa romeo?

      e soprattutto non ha senso perchè alfa monta ad es. motori prodotti da fiat: se volkswagen la comprasse monterebbe propri motori. Ma è + probabile che prendano i motori tedeschi e li portino in uno stabilimento italiano o che producano le alfa in germania sulle stesse linee usate per produrre le loro auto?

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