12 marzo 2012

Nobel contro il pareggio di bilancio in Costituzione

Cinque premi Nobel per l'economia, Kenneth Arrow, Robert Solow (nella foto), Peter Diamond, William Sharpe e Eric Maskin  hanno firmato un appello a Obama perchè non si introduca nella Costituzione l'obbligo di pareggiare il bilancio federale.

Le motivazioni riguardano in parte gli effetti sul funzionamento degli organi costituzional, le conseguenze tra organi centrali e periferici, e in parte gli effetti economici del pareggio di bilancio.

La principale ragione economica è che il pareggio di bilancio obbligatorio peggiora le recessioni, perché a farne le spese sarebbero i sussididi disoccupazione, che permettono di evitare una contrazione troppo forte del reddito disponibile. Non permetterebbe inoltre di uscire dalla recessione puntando sulla spesa per infrastrutture o per ricerca e sviluppo, perché la Costituzione americana non distingue la spesa ordinaria dalla spesa per investimenti, scuola, ricerca o la tutela dell'ambiente.

Sarebbe, in altre parole, un emendamento molto conservatore, che colpisce chi perde il lavoro,  accentua gli effetti recessivi senza porre le basi per alcun cambiamento dell'economia e rende meno forte la ripresa dell'economia.

Meglio invece, suggeriscono gli economisti, prendere misure contro il deficit che "comincino a dispiegare i loro effetti una volta che l’economia sia forte abbastanza da poterle assorbire".

Infine i cinque economisti spiegano che la Costituzione esistente ha permesso di raggiungere buoni surplus di bilancio alla fine degli anni '90 con opportune scelte, fatte di limiti alla spesa pubblica e di imposte ben distribuite.


4 commenti:

  1. Scusa, una considerazione che mi è venuta così:

    Definizione di deficit pubblico da wikipedia:
    "In economia, all'interno del bilancio statale, il deficit o disavanzo pubblico è l'ammontare della spesa pubblica non coperta dalle entrate, ovverosia quella situazione economica in cui, in un dato periodo, le uscite dello Stato superano le entrate."

    Quello che vogliono inserire, almeno da noi, prendendo riferimento dalla Costituzione che prevede già qualcosa di analogo (quella tedesca), si legge "le entrate e le uscite devono essere pareggiate"... Per cui se dicono "non mettete questo in Costituzione, caso mai riducete il deficit pubblico"... O i 5 nobel intendevano altro oppure c'è qualcosa che non mi torna...

    A me sembra tutto contorto... Premetto che non ritengo che sia attribuibile l'epiteto di "conservatore" al sacrosanto principio del pareggio di bilancio per gli enti pubblici, quando tutte le attività commerciali si fondano sul produrre surplus, non il mero pareggio (quello è l'obiettivo delle cooperative, che difatti sono cosa diversa dalle aziende for profit).
    Se si guarda bene, nel testo che hai riportato tu, sembrerebbe che i 5 nobel invochino una riduzione del deficit pubblico, con politiche, però, che dovrebbero produrre effetti "riassorbibili" in tempi migliori... ma non stanno intendendo aumenti di deficit lì? Un aumento della spesa pubblica e dell'inflazione, che poi verranno riassorbiti... i tagli non sono qualcosa che si riassorbe, caso mai che si assesta.
    Potresti spiegarmi meglio quali sono i termini che hanno usato loro...

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  2. volevano dire che occorre essere liberi di indebitarsi nei momenti peggiori per poi pagare il debito con imposte da incassare nei periodi in cui l'economia corre... come successo con clinton che ha ridotto il debito e non di poco con imposte nel periodo di massima crescita

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  3. Si, ma hanno preso in mano le proposte?

    Non so bene quella USA, che ha però dalla sua un percorso molto più irto che nelle Costituzioni europee, per la revisione. Ma se prendi in mano l'articolato della Germania, non c'è nulla di trascendentale, solo si ingolfa un po' (per i miei gusti), quando avresti potuto fare una norma di rango costituzionale ad hoc, magari prevedendola in Costituzione (unica modifica :D).

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  4. In ogni caso, chi usa questi 5 vate per analogia, si è premurato di vedere cosa chiede il fiscal impact e cosa prevedono i parlamenti come ddl?

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