06 dicembre 2010

Gli Yes Men ed il libero mercato

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Gli Yes Men sono due attivisti che prendono in giro, in modo singolare, tutte le multinazionali che più disprezzano. Solitamente si camuffano da loro portavoce ed intervengono in convegni e congressi dove si fanno invitare tramite contatti e siti bufala creati appositamente per l'occasione.
I ragazzi di ComedySubs hanno tradotto il loro film The Yes Men Fix the World.

Il film, all'inizio, mostra una delle operazioni forse più riuscite del duo statunitense. La città di Bhopal, nel 1984, ha conosciuto uno dei più gravi incidenti chimici della storia. Uno stabilimento della Union Carbide esplose rilasciando 40 tonnellate di isocianato di metile. I danni furono ingenti (più di 5mila persone morte per quella causa, e 558mila persone con danni gravi, alcuni permanenti).

Nel giugno 2010 un tribunale di Bhopal ha emesso una sentenza di colpevolezza per omicidio colposo per grave negligenza. Ma, allo stato delle cose, il risarcimento che è stato devoluto alle vittime è risultato irrisorio (si parla di un obolo di 300 dollari per le vittime del massacro, e in alcuni casi non sono state coperte neanche le spese mediche).

Nel 2001, la Dow Chemical ha acquistato la Union Carbide per 10,3 miliardi di dollari. Alcuni speravano che con un nuovo assetto aziendale, potessero emergere cause, mea culpa e avere un adeguato risarcimento, ma la Dow Chemical dichiarò più volte che i risarcimenti erano pienamente sufficienti a compensare le responsabilità del disastro.

L'episodio è uno spunto per riflettere sui modi del capitalismo e delle leggi (esistenti o meno) che governano il cosiddetto mercato. Infatti gli Yes Men, con una delle loro operazioni, riescono addirittura a farsi invitare alla BBC per fare alcune dichiarazioni in quota Dow Chemical. Il risultato sembra essere di cattivo gusto nei confronti delle vittime, ma in realtà è uno scossone che si schiera dalla parte lesa da questa triste vicenda.

Il nome che risuona a ben vedere durante il film è quello di Milton Friedman. Giudicato come uno tra i più influenti economisti al mondo (ed oggi tramite alcuni fortunati libri anche aspramente criticato). Il suo pensiero, esposto nel suo famoso Capitalism and Freedom, è stato quello che felicità e prosperità economica possono verificarsi solo se il governo elimina quanti più controlli possibili, insieme a regole e leggi che imbrigliano l'individuo e non permettono la società economica di regolarsi autonomamente, come avviene in natura.
In sostanza si sta parlando di deregulation e di libero mercato. Una teoria ingegnosa, che però nasconde lati oscuri e altamente pericolosi (i liberisti più accesi in realtà non si rifanno ai Friedman ma agli austriaci, che predicavano egoismo e odio).

Pensate per un attimo se, tutto d'un tratto, il governo abolisse buona parte delle leggi che regolamentano il codice della strada. In un primo periodo probabilmente non si noterebbero differenze, perchè la nostra cultura individuale si basa anche sull'aderenza ad alcune leggi e restrizioni che col tempo fanno parte del nostro patrimonio educativo. Ma dopo un pò di tempo, non ci sorprenderà vedere strani incidenti per le strade e forti dissesti difficili da gestire. Una regola non è sempre limitazione della libertà personale (anche se su questa parola sono stati spesi fiumi di inchiostro, e qui non possiamo andare oltre). Una regola può salvaguardare la salute ed alcuni diritti che sono sanciti dalla costituzione o dalle leggi di una società.

Se alcune leggi economiche scavalcano alcuni diritti dei cittadini, come quello ad esempio di stare in buona salute, è giusto avallare queste leggi? E se alcune leggi proteggono questo diritto, è giusto eliminarle?
Se si esclude tutta la componente "umana" negli aspetti economici, allora siamo perfino legittimati a speculare sulle tragedie (è recente il caso italiano del terremoto in Abruzzo e le risate che gli imprenditori si son fatti appresa la notizia). Sono alcuni punti radicali ed portati al limite delle congetture, ma la teoria del libero mercato è l'unica che, purtroppo, può dare adito a questi nefasti risultati. (a volte il  "libero mercato" è solo l'etichetta, la faccia pulita con una copertura ideologica del principio per cui taluni guardano solo al loro interesse personale).


Un mercato senza restrizioni e senza controlli da parte del governo. Questo è ancora il verbo dei discepoli di Milton Friedman*, che accolgono con piacere e senza problemi i due burloni che vogliono intervistarli.
"Bhopal è un esempio interessante. Ma quella struttura ha creato opportunità innovative per la classe tecnocratica indiana emergente. ha creato valore aggiunto e tasse per la comunità, e circa 3mila persone sono morte. E' una tragedia, ma ci sono sempre rischi quando ci si spinge nel futuro". Questa è una delle dichiarazioni che si sente da un sostenitore del libero mercato.

Nel suo piccolo quindi, e con qualche sana risata, il film The Yes Men Fix the World (scaricabile qui) mostra qualche incongruenza e propone qualche domanda che qualcuno farebbe bene a porsi.


* Milton Friedman è stato un economista serio per un pò della sua vita, specie su temi di economia monetaria (fondamentale un'opera del 1963 con Anna Schwarz che ha modificato le idee delle banche centrali: se la crisi non ha avuto conseguenze molto più pesanti il merito è suo, e della Schwarz, che hanno convinto gli economisti che la crisi del 1929 è stata peggiorata dalle scelte delle banche centrali che non hanno aumentato la quantità di moneta in circolazione. Per questo i liberisti più ingenui lo snobbano preferendo gli austriaci) ma poi ha, per quasi 30 anni, fatto in pratica il lobbysta degli interessi delle imprese più grandi che vogliono fare quel che vogliono senza pagarne le conseguenze (vedi incidente di Bhopal).

1 commento:

  1. A me non piace però chi usa le teorie economiche, anche le peggiori, per giutificare altri fatti, spesso semplicemente criminali.

    La giustizia per esempio è stata spesso ingiusta nei confronti della "povera gente" vittima delle prepotenze altrui perchè il giudice considerava il cittadino povero, poco istruito, con un lavoro umile diverso da sè ed era poco tenero nei suoi confronti, prendendo le parti di chi aveva caratteristiche simili alle proprie quanto a cultura, istruzione, ricchezza ecc

    In tutto ciò l'economia conta poco. Le teorie peggiori sono -nella migliore delle ipotesi- coperture ideologiche a favore di qualcuno

    Friedman era un bell'esempio di ciò, con le sue teorie sballate che ho ricordato qui http://econoliberal.blogspot.com/2010/03/razionalita-ed-economia.html e qui http://econoliberal.blogspot.com/2010/10/un-nobel-per-tre.html

    Al di là delle teorie sballate di Friedman (a cui -come è stato scritto- dobbiamo dire comunque grazie se la crisi oggi non è drammatica) accusare le teorie economiche di certi reati mi pare sbagliato

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