18 marzo 2012

Politica industriale, un disastro annunciato?


Nei giorni scorsi Elsa Fornero e Mario Monti hanno incontrato i vertici Fiat. Quindi hanno entrambi dichiarato che sono finiti i tempi in cui i governi intervenivano per salvare le imprese e che non è intenzione di questo governo spiegare alle imprese cosa fare.

Ecco le parole della Fornero, riportate dal Corriere:

«Il governo vuole creare un ambiente favorevole per le imprese, non solo quelle che ci sono ma anche quelle che se ne sono andate e quelle che potrebbero investire, e a questi principi è ispirata la riforma del mercato del lavoro. Non spetta invece al governo aiutare le imprese a tirare avanti, magari galleggiando. Non è conveniente per l' economia, l'occupazione e la sostenibilità ed economicità delle prestazioni»

In pratica non dobbiamo aspettarci nessuna politica industriale degna di questo nome. E forse non è un caso che queste dichiarazioni escano dalla bocca di Elsa Fornero, che di politica industriale non s'è mai occupata, e che sul tema Fiat Corrado Passera, a cui spetterebbe l'elaborazione della politica industriale, non dica nulla.

Eppure di cose se ne potrebbero fare, cogliendo l'occasione di una crisi profonda per spingere le imprese a fondersi, sollecitando le imprese sane a comprare altre imprese dello stesso settore, che magari rischiano il fallimento, organizzando le ristrutturazioni delle imprese in difficoltà in modo da favorirne la competitività...insomma organizzando una politica industriale seria.

Il governo sceglie invece di seguire una logica molto liberista, che lascia al mercato il compito di decidere chi sopravviverà alla tempesta che ormai piega e spezza anche gli alberi più robusti da alcuni anni. In Senato tutti i partiti hanno manifestato la loro preoccupazione, eccetto uno: Sacconi ha applaudito all'annuncio che il governo è indifferente alla sorti della Fiat.

Forse Fiat non farà disastri, ma in molti altri settori le scelte del governo rischiano di risultare pesanti per l'occupazione e per il futuro industriale di molte zone del paese.

Il futuro che ci attende non sarà positivo: il disastro industriale continuerà e Monti non farà nulla per contrastarlo, sempre che con la sua miopia liberista, veda cosa sta succedendo.







6 commenti:

  1. beh, vero che dovrebbe esprimersi Passera, ma nella frase "Il governo vuole creare un ambiente favorevole per le imprese, non solo quelle che ci sono ma anche quelle che se ne sono andate e quelle che potrebbero investire, e a questi principi è ispirata la riforma del mercato del lavoro" leggerei qualche indirizzo di politica industriale, sia pur non quello che mi sarei aspettato (ma ripeto, meglio aspettare che si esprima Passera).
    Sul fatto di non tenerle è perché: la fornero è essenzialmente liberista (parola di diversi suoi ex studenti che conosco e non solo), manda chiari segnali che, soprattutto stante la situazione di indebitamento pubblico, non si potranno finanziare salvataggi.

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  2. passera sembra non dire nulla...da sempre o quasi

    la fornero quando l'ho vista all'università mi ha sempre fatto una strana sensazione... e non positiva

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  3. certo, nemmeno a me :D
    i liberisti mi danno sempre fastidio...

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  4. se poi ripenso invece ai liberali stile giolitti ed il suo pensiero sulle municipalizzate per i servizi pubblici...

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  5. giolitti parlava di municipalizzate? e che diceva? si lamentava per gli amici di alemanno assunti nelle municipalizzate?

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  6. no, le riteneva utili, e anzi imprescindibili per la gestione dei servizi pubblici (in particolare acquedotti) :D

    oggi manco bertinotti :D

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