17 marzo 2014

Prodi (e altri) sul taglio dell'IRPEF

In un'intervista all'Unità, Romano Prodi ha spiegato di condividere la riduzione dell'irpef promessa da Matteo Renzi. La ragione della scelta è molto semplice: occorre alimentare la domanda, e quindi cosa c'è di meglio che mettere più soldi in tasca a i redditi più bassi?

Romano Prodi ha spiegato di essere rimasto scioccato, nel 2006-7, quando vide la reazione al suo provvedimento per ridurre il cuneo fiscale. Molti, troppi erano contrari, nonostante quel provvedimento abbia dato fiato alle imprese, contribuendo a risollevare un'economia che a fine 2005 era ferma, con un PIL cresciuto dello 0,1% nell'anno.

Prodi spiega che adesso l'Italia è pronta più di allora a accettare i cambiamenti. Vien da chiedersi: davvero?

Emanuele Ferragina, ricercatore a Oxford con una fama di studioso di sinistra, critica (vedi qui dopo 1 ora e 37 minuti) la riduzione dell'IRPEF, con la motivazione classifca: servirebbe altro.

Altro economista, stesso risultato: Mario Deaglio su La Stampa domenica scorsa s'è lamentato perchè la riduzione dell'IRPEF finirà per beneficiare i prodotti cinesi, acquistati da chi ha un reddito basso.

Da sinistra a destra: Brunetta che nel 2008-9 avrebbe voluto rilanciare l'economia con immissioni molto rilevanti di soldi pubblici, oggi critica Renzi perchè mancano, a suo dire, le coperture.

Grillo paragona Renzi a Achille Lauro, che comprava il voto dei napoletani con regalie varie.


Infine Squinzi che preferirebbe un taglio delle imposte alle imprese piuttosto che una manciata di euro in più in busta paga.

A leggere queste dichiarazioni, solo in parte giustificate e giustificabili con ragioni politiche, sembra che dell'Italia che fa fatica, quella che non arriva alla fine del mese, importi davvero a pochi e che molti siano così spregiudicati da anteporre i propri interessi a quelli di tanti italiani per i quali 80 euro in più al mese non sono pochi soldi.


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