02 marzo 2014

Quando i soldi non incentivano

Molto spesso si sente dire che per ottenere un certo risultato servirebbe un incentivo economico.

Se le persone potessero detrarre gli scontrini, si argomenta, avrebbero interesse a chiederlo al negoziante, con conseguente effetto positivo per le casse pubbliche. Oppure si sostiene che dare soldi a una comunità per accettare un'opera pubblica che può creare fastidi, aiuti la costruzione della stessa.

E' un'idea che si basa sul tentativo di dare un prezzo a tutto (o quasi) e di ridurre le scelte umane a operazioni in cui qualcuno acquista e qualcuno vende.

E' però un'idea che presenta dei limiti, non solo di carattere morale ma anche di tipo economico.

Quasi sempre la scelta di fare o non fare qualcosa dipende dalle motivazioni delle persone. Cosa succede se si mettono da parte e si sostituiscono con incentivi economici?

Facciamo un esempio
per capirlo. Supponiamo che i genitori di un adolescente chiedano al figlio di dare il meglio di sè nello studio.

I genitori possono far leva sul senso del dovere dell'adolescente, sull'esempio offerto dai genitori o dai parenti, sull'idea che eccellere negli studi significa un futuro migliore.

Finito l'anno scolastico, i genitori possono premiare il figlio, se ottiene i risultati sperati. E il premio potrebbe avere un valore economico.

Ma cosa accadrebbe se i genitori promettessero al figlio una serie di premi in occasione di ciascun risultato positivo? Potrebbero stabilire un tariffario: un certo numero di euro ogni qual volta il figlio ottiene il risultato sperato.

Che fine farebbero le motivazioni dello studente? Subentrerebbe un disincentivo a ottenere un risultato perchè si ritiene abbia un valore in sè, per fare come o meglio dei fratelli, per garantirsi una vita migliore. Ogni interrogazione, compito in classe o esame diventerebbe un'occasione per lo studente per ottenere denaro.

Potrebbe chiedere più soldi ai genitori, potrebbe impegnarsi di meno se le sue richieste non fossero soddisfatte e potrebbe anche decidere di comportarsi in modo disonesto pur di ottenere il risultato che gli garantisca un guadagno.

Insomma, non è detto che promettere soldi a qualcuno in cambio di un certo impegno sia sempre una buona idea. Si tende a pensare che gli incentivi funzionino sempre in una direzione, vale a dire quella di spingere qualcuno a fare la cosa desiderata, ma si dimenticano gli aspetti perversi degli incentivi: i comportamenti opportunistici, disonesti, distruttivi che le persone possono realizzare come reazione agli stimoli economici.

Le ricerche effettuate in occasione della costruzione di opere pubbliche sembrano confermare quanto scritto sopra: se si promettono soldi a una comunità in cambio della costruzione di una ferrovia o di una strada o di altro, presto parte degli individui convinti che sia bene accettare la costruzione di un'opera cambieranno idea: si convinceranno solo in cambio di un vantaggio economico, diventando ostili all'opera se questa non genera un qualceh vantaggio



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