27 marzo 2014

Taglio delle province

Quali gli effetti del taglio che pare ormai destinato a realizzarsi, delle province?

Ignorerò gli aspetti politici, vale a dire gli effetti sulla democrazia, sulla rappresentanza di territori, sulle questioni costituzionali, e tutto quello che non è economico.

Secondo Cottarelli, l'incaricato del governo per la spending review, il primo risparmio consiste nella mancata elezione di migliaia di politici a cui non si pagheranno più indennità, spese ecc. La somma non più spesa sarà di 100 milioni nel 2014. Somma che salirà gradualmente a 500 milioni nel 2016.

Un miliardo scarso poi si potrebbe risparmiare riordinando e accorpando le sedi di prefetture, vigili del fuoco, capitanerie di porto e poi di commissioni tributarie, ragionerie territoriali, archivi vari, soprintendenze artistiche, ecc., oggi presenti a livello locale non in base a criteri di efficienza ma sulla base della suddivisione territoriale.

Poi ci saranno risparmi difficili da misurare: molti politici una volta eletti puntano a far approvare spese magari inutili ma gradite ai propri elettori. Venendo meno l'elezione di migliaia di consiglieri provinciali potrebbero diminuire tali spese.

Sull'altro lato della medaglia ci sono possibili maggiori spese per effetto della fine delle province: se taluni servizi passassero ai comuni si rischierebbe di moltiplicare i centri di spesa, con conseguente aumento della spesa.

Sarebbe stato più logico, da questo punto di vista, l'accorpamento delle province, creando entità più grandi e più efficienti, permettendo la riorganizzazione che ha in mente Cottarelli ma senza perdere i vantaggi connessi alla presenza delle province.

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