25 ottobre 2011

Le pazze idee della premiata ditta A&G - Prima puntata


La premiata ditta Alesina e Giavazzi torna a dare il meglio di sè (vedi qui) proponendo 10 riforme che a costo zero (all'apparenza) possono rilanciare l'economia italiana.

Secondo A&G le proposte di Berlusconi sono "pannicelli tiepidi per un malato che rischia l’arresto cardiaco". Fin qui si può essere d'accordo. Ma cosa propongono i due?

10 idee che non costano nulla e che dovrebbero servire a dare una scossa all'economia. E' bene sottolineare il termine usato: scossa. Non vogliono far crescere l'economia, vogliono dare una scossa.

La prima riguarda il mercato del lavoro, che dovrebbe diventare più precario per chi precario non è e un pò meno per chi è precario. Una scelta criticabile, perchè i consumi dei lavoratori che diventassero più precari ne risentirebbero. E meno consumi significano meno crescita.

La terza pare assurda. Si vorrebbe tornare alla prima formulazione dell'art. 8 voluto da Sacconi che diceva: se imprese e sindacati trovano un accordo aziendale, questo prevale sulla legge nazionale.

Confidustria e sindacati si son detti: ma così i lavoratori avranno paura. Questa è una norma fatta per la Fiat. Le altre imprese non ne hanno bisogno e quindi rinunciano alla norma, seguendo l'opinione di alcuni imprenditori, come Della Valle, secondo cui in questo momento è sbagliato introdurre maggiore flessibilità e incertezza, perchè il lavoratore che ha paura di perdere il posto taglia i consumi.

Per la premiata ditta A&G invece imprese e sindacati non possono fare accordi. Devono essere costrette a usare una norma che entrambi considerano nefasta per le imprese e i lavoratori.
La flessibilità è un obbligo. Non serve all'economia, non fa crescere il PIL. Serve a dare la scossa, come giustamente scrivono A&G.

Sulla stessa linea si pone anche la decima proposta. Che dice: tagliamo i costi della politica. Non serve a migliorare l'economia, e lo dicono anche loro, ma dà la scossa.

Ma oltre alla scossa (forse avranno fatto l'elettroshock a qualcuno degli autori e si sarà svegliato dal torpore intellettuale in cui si trovava?) all'economia qualcuno ci pensa?

Una scossa dovrebbe arrivare anche dalle gabbie salariali. Al sud il costo della vita sarebbe inferiore del 30% rispetto al nord e quindi occorre diminuire stipendi e salari dei lavoratori pubblici al sud. Per risparmiare e incentivare le persone a lavorare nel settore privato.

Una proposta irrealizzabile senza profondi cambiamenti delle leggi e una proposta che da un lato è positiva (meglio che i migliori siano incentivati a lavorare nel settore privato) ma dall'altro è disastrosa: se si tagliano salari e stipendi al sud, le imprese del sud, di solito più deboli della media, ne risentirebbero. Il sud cresce meno del centro-nord e con queste proposte sarebbe destinato a crescere ancora meno.

E qui passiamo o meglio passeremo, la prossima volta, alle incredibili proposte con cui la premiata ditta A&G vorrebbe offrire qualcosa in più di una scossa all'economia.

5 commenti:

  1. perchè i "migliori" dovrebbero essere incentivati a lavorare nel privato? Se uno adempie bene ai doveri in una PA e gli piace quello, ed essendo questo lo standard da richiedere, perchè muoversi in altro senso? Sarebbe una direzione contraria a quella della professionalizzazione della PA... ma non ho capito se era ancora il pensiero della premiata ditta di folli, oppure il tuo.

    RispondiElimina
  2. perchè il privato crea valore, mentre nella PA puoi avere gente che fa ottima cosa ma non aumenti il valore creato

    RispondiElimina
  3. beh, se la PA fa di tutto per non far creare valore, provoca un ammanco, se lavora bene e permette ottime condizioni, il valore lo crea comunque.

    RispondiElimina
  4. il valore della PA generato da un dipendente è pari al costo del dipendente...

    non vendono beni e servizi quindi non possono creare + valore

    RispondiElimina
  5. potrebbe crescere un poco se riuscissimo ad affiancare a piccoli artigiani che gli mancano pochi anni per andare in pensione degli apprendisti così si unirebbe l'esperienza lavorativa a quella innovativa portata dai giovani
    così quando l'artigiano va in pensione si evita di smantellare quei piccoli lavoratori che hanno macchinari ancora validi.perchè le aziende di 2o3 persone sono ancora molte e in settori diversi e sono quasi tutte fatte di lavoratori over 45 anni .e praticamente l'artigianati è cominciato con questo metodo, ma l'apprendista avrebbe il vantaggio di ritrovarsi in poco tempo tutti i macchinari che l'artigiano si è dovuto comprare nellarco di tutta la vita .

    RispondiElimina

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...